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 2016  maggio 01 Domenica calendario

A Ravenna vogliono uccidere i daini perché sono troppi

Per vedere i daini, meglio arrivare all’alba o aspettare il tramonto. Sono bellissimi, i maschi con i loro trofei, le femmine con i piccoli. Ma se il daino lo incontri a mezzanotte, guidando sulla trafficata statale Romea, l’emozione è diversa: sbandamenti, frenate, paura di finire nel canale o contro un Tir. «È soprattutto per evitare incidenti – racconta Claudio Casadio, presidente della Provincia di Ravenna – che abbiamo deciso di ridurre il numero di questi animali. Ma appena la caccia è iniziata, siamo stati praticamente bloccati dagli animalisti. Sono stati uccisi solo 6 daini sui 65 previsti. Non abbiano potuto fare altre battute: la competenza, a fine autunno 2015, è passata alla Regione».Come un temporale di primavera, torna a scoppiare la protesta contro “la strage dei daini”, “la delibera che uccide gli animali nella pineta di Classe”. Un vero “mail bombing” di associazioni animaliste annuncia da due giorni «un nuovo massacro a partire dal 2 novembre». «Mobilitiamoci per impedire l’uccisione dei nostri amici». «Cacciatori assassini». «La Regione – dice Simona Caselli, assessore agricoltura, caccia e pesca – non ha preso una decisione. Stiamo ancora studiando il problema. Troveremo la soluzione preparando il nuovo piano faunistico».La breve storia passata racconta però che districare la matassa non sarà facile. Tutto inizia nel 2014, quando la Provincia decide la “caccia di selezione” ai daini troppo numerosi, dopo che una trentina di anni fa un paio di coppie erano state liberate, o erano fuggite, da un allevamento privato. «Oltre agli incidenti – spiega Claudio Casadio – c’erano i danni alle colture agricole. Abbiamo scelto i cacciatori, appositamente preparati, perché se fai l’abbattimento con personale pubblico, dopo hai anche il costo dello smaltimento delle carcasse. I cacciatori sono invece compensati con la carne di daino. Secondo gli ultimi dati, nella pineta ci sono fra i 150 e i 200 ungulati, forse di più».Animalisti e ambientalisti fanno ricorso al Tar e al Consiglio di Stato ma sono sconfitti. Si prepara la caccia, costruendo le altane. Ma quando partono le prime fucilate Animal liberation e altri gruppi vanno sotto le altane a fare chiasso per fare fuggire i daini. Ci sonoanche incidenti. Un cacciatore isolato viene picchiato («Sappiamo il tuo nome, verremo a prendere te e la tua famiglia»), vernice rossa e danni alla casa del presidente dell’Atc, Ambiti territoriali di caccia. Una testa di daino viene trovata sul cofano dell’auto di chi protesta contro le schioppettate.C’è chi propone soluzioni alternative. «I daini – si chiede Massimo Vittori, area animali selvatici della Lav – sono troppi? I censimenti li fanno i cacciatori e dove ce n’è uno ne segnano tre, così possono sparare di più. I piani di abbattimento sono sempre più numerosi ma non risolvono il problema. Se hai 150 daini e ne uccidi 50, quelli che restano figliano e siamo daccapo. Serve invece la sterilizzazione chimica, come fanno negli Usa con bisonti e cavalli bradi. Un’iniezione e la femmina non resta gravida per 5 anni. Purtroppo questa tecnica in Italia non è ancora possibile. Per gli incidenti stradali fra l’Umbria e la Toscana stanno sperimentando un progetto, Life strade, incruento e tremendamente efficace: ci sono autovelox che segnalano la possibilità di scontro fra animali e veicoli. A questo punto da altoparlanti partono ululati di lupo, latrati di cani, urla umane. E gli animali scappano nel bosco. Il fucile sarebbe stato utile quando l’uomo era nelle caverne».«E allora – dice il presidente Casadio – ci mettiamo a sterilizzare anche le nutrie? Io non capisco tutta questa attenzione sui daini di Classe. Sono animali alloctoni e la stessa Ispra ha stabilito che si possono cacciare. In altre province dell’Emilia Romagna ogni anno se ne mettono in carniere un migliaio e nessuno protesta. Al Bosco della Mesola – dove erano centinaia – già da qualche anno sono stati eliminati, perché dannosi per il bosco e le altre specie. Spero che la Regione riesca a inquadrare il problema in un quadro più generale e meno rissoso».Tramonto con nuvole. Nei boschi di Classe, Ortazzo e Ortazzino i daini si riparano sotto i pini.