la Repubblica, 30 aprile 2016
Quando un cane abbaia al tuo ospite
Qualcuno è allergico al pelo del gatto. Avverte, dice: sono allergico, per caso hai un gatto? E tu dici sì, no, e quello decide. Se prendersi gli antistaminici o non venire proprio. Un altro dice ho paura dei cani, e allora tu li chiudi in camera da letto. La maggior parte delle persone però non è allergica al pelo dei gatti e non ha paura dei cani. Anzi, dice, mi piacciono moltissimo. E coi gatti di solito se la cava. Difficile che un gatto interagisca con un ospite, a patto che quell’ospite non lo calpesti per sbaglio. Il cane sì. Il cane ha questa abitudine di abbaiare a chiunque varchi la soglia di casa. Abbaia fortissimo, e siccome nessuno capisce perché, e lui stesso si confonde a forza di abbaiare, non smette per un tempo infinito. Credo che, mentre abbaia, pensi a come uscire dalla situazione ridicola in cui si è infilato. Il tuo ospite invece, lo vedi dallo sguardo e da come regge la bottiglia di vino, cerca di ricordare la ragione per cui ha accettato di venire a cena da te, che neanche gli piaci tanto. Un minuto dopo il cane ha trovato la soluzione: scondinzola e si butta tra le braccia dello sconosciuto pensando di essere irresistibile. E tu pensi che avere un cane azzera la tua possibilità di avere una relazione stabile e che quindi domani lo abbandonerai sul raccordo. Poi lui, il cane, ti guarda. Ed è ovvio che non lo abbandonerai mai, il cane.