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 2016  aprile 30 Sabato calendario

Un caso di doping nel canottaggio, a 100 giorni da Rio, imbarazza il Coni e lo sport italiano

La positività al controllo antidoping di un atleta azzurro già qualificato per i Giochi di Rio è una notizia scioccante. Ma quella di Niccolò Mornati, 35 anni, che in Brasile avrebbe dovuto gareggiare nel due senza del canottaggio, ieri ha provocato un terremoto nello sport italiano costringendo il Coni a convocare una conferenza stampa straordinaria, fatto con pochi (e in genere funesti) precedenti.
Niccolò è il fratello di Carlo Mornati, vicesegretario del Coni e capo delegazione della spedizione azzurra in Brasile. Ed è un tesserato del Circolo Canottieri Aniene, il prestigioso club plasmato e diretto da Giovanni Malagò. È stato direttamente il presidente del Coni a dare la notizia alla stampa: «Ci sono momenti nella vita – ha detto Malagò – in cui uno deve metterci la faccia, anche in conferenze che non vorresti mai fare. È la prova provata che il sistema antidoping sia una cosa seria che non fa sconti a nessuno, a nessun livello. Ovviamente sono molto dispiaciuto, fermo restando che non sono in grado di fare nessun commento». 
Le modalità con cui è stata data la notizia e la natura della sostanza trovata nelle urine di Mornati fanno capire che il caso è grave. L’anastrozolo è un ormone steroideo anabolizzante utilizzato come principio attivo esclusivamente in due farmaci che curano una malattia di cui l’atleta non può proprio soffrire: le recidive gravi di cancro al seno. I precedenti in Italia sono rari e riguardano atleti amatori di sport di resistenza, in abbinamento con epoietine: il sospetto è che si possa trattare di un prodotto che copre o potenzia l’uso di farmaci più mirati. L’ormone è poi troppo specifico per essere utilizzato negli integratori, anche quelli oltre i limiti della legalità e disponibili sul mercato nero.
Il controllo sull’atleta è stato effettuato il 6 aprile scorso, al Lago di Piediluco, durante il raduno della nazionale di canottaggio. Mornati vi arrivava da un periodo raduno di allenamento in Sudafrica. Atleta maturo, il comasco fu quarto nel due senza ai Giochi di Londra, quando attaccò l’allora presidente federale Gandola per la «superficialità della gestione del settore tecnico», invitandolo a dimettersi. 
Carlo Mornati, fratello di Niccolò, argento olimpico a Sydney, è uno degli uomini più vicini a Malagò e la notizia ha ovviamente gettato nell’imbarazzo tutto il Comitato Olimpico. Scioccata anche la reazione di Giuseppe Abbagnale, presidente della Federazione canottaggio, e padre di Vincenzo, appena squalificato per aver saltato tre controlli antidoping: «Non posso credere che Niccolò abbia infranto le regole: è un grande atleta e una persona corretta. Aspetto le controanalisi ma sono molto provato da quello che sta succedendo nel nostro sport».
Quella della positività di Mornati è una notizia che arriva proprio nel giorno in cui scade la lunghissima squalifica di Alex Schwazer: le due storie sono l’una la fotocopia dell’altra, a quattro anni di distanza. Nel 2012 Schwazer trascinò all’inferno soprattutto se stesso, e indirettamente anche l’allora fidanzata Carolina Kostner, Mornati invece si porta dietro fratello, circolo e Coni. Un Coni che ha voluto reagire immediatamente utilizzando il suo presidente come portavoce: «Il numero dei controlli antidoping – ha detto Malagò – aumenta di mese in mese, la nuova struttura diretta dal generale Gallitelli funziona e pieno regime. E non guarda in faccia a nessuno».