Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  aprile 30 Sabato calendario

Dal Ruby ter al Ruby decimum: per Berlusconi sette processi in sette città

Dal «Ruby ter» al «Ruby decimum». In principio fu il processo a Silvio Berlusconi, assolto dalla concussione e dalla prostituzione minorile. Poi è venuto quello a Fede-Mora-Minetti, in attesa di Appello bis dopo un annullamento in Cassazione. Ora c’era a Milano il Ruby-ter, che contesta all’ex presidente del Consiglio la corruzione di 30 testimoni in cambio della loro falsa deposizione sulle notti di Arcore. Ma ieri il Ruby-ter gemma di colpo altri sei dibattimenti: nei quali, in altre sei città, Berlusconi sarà pure processato in compagnia di ciascuno dei coimputati trasferiti per competenza. La decisione ieri della gup Laura Marchiondelli muove dall’imputazione che la giudice aveva chiesto ai pm Forno-Siciliano-Gaglio di precisare un mese fa. La Procura ha scelto di formulare non un’unica accusa di corruzione con continuazione interna fra i vari pagamenti, ma singole corruzioni a condotta frazionata. Per stabilire il giudice naturale precostituito per legge, si è così posto il problema del luogo dell’ultima dazione. Pochi problemi per i contanti, quasi tutti consegnati nell’ufficio di Segrate (quindi Tribunale di Milano) del cassiere dell’ex premier, il ragionier Spinelli: tranne dopo il marzo 2015 per Elisa Toti e Ariel Espinoza stando a nuove dichiarazioni del teste Spinelli rese in indagini difensive, secondo le quali da lì in poi i contanti sarebbero stati consegnati ad Arcore (cioè Tribunale di Monza). Sui bonifici bancari, invece, i pm proponevano come radicamento Segrate (quindi Tribunale di Milano), perché dal conto personale nella filiale Mps l’ex premier ordinava i bonifici: tesi agganciata a un decreto legislativo del 2010 in materia bancaria, che individua in quel momento l’irrevocabilità del bonifico. Per la giudice quella norma tutela però la banca da eventuali dietrofront nel momento in cui attiva i trasferimenti dei soldi, ma la disponibilità giuridica e materiale dei soldi è in capo ai beneficiari solo quando questi li ricevono sui propri conti. E poiché i pm hanno contestato solo al presunto «corruttore» Berlusconi (e non anche ai «corrotti») la continuazione in un unico disegno criminoso (che solo se comune a tutti avrebbe potuto calamitare per connessione l’intera competenza su Milano, dove Berlusconi resta a processo con 23 coimputati), per altri sette matura insieme a lui la diaspora: Apicella a Roma, Bonasia a Torino, Loddo a Pescara, Mariani a Siena, Rigato a Treviso, Toti e Espinoza a Monza.