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 2016  aprile 30 Sabato calendario

Al New York Times discriminano donne e neri?

È un sasso contro la casa di vetro del New York Times, progettata da Renzo Piano, a due passi da Times Square. Due ex dipendenti dell’ufficio pubblicità, Ernestine Grant, 62 anni, e Marjorie Walker, 61, afroamericane, si sono rivolti a Douglas Wigdor, uno degli avvocati più spigolosi della città, per far causa all’amministratore delegato del giornale, Mark Thompson, e a Meredith Levien, responsabile dell’ufficio entrate. L’accusa è pesantissima per il più importante quotidiano del Paese, il faro della cultura liberal americana: «Thompson e Levien hanno creato un ambiente di deplorevole discriminazione, sulla base dell’età, della razza e del sesso».
La citazione è stata depositata ieri nella Corte del distretto federale di New York sotto forma di «class action», cioè di azione collettiva per ottenere un risarcimento danni dall’azienda. Lo studio Wigdor ritiene che vi siano almeno altre 50 «presunte vittime». Si legge nell’atto: «Non tutti sanno che il New York Times non solo persegue un ideale di lettore, giovane, bianco, ricco, ma anche di impiegato, sempre giovane, bianco e senza impegni familiari. Partendo da questi obiettivi discriminatori, il New York Times ha costruito un ambiente di lavoro intriso di diseguaglianze». Le due donne entrano nei dettagli: «Il dipartimento della pubblicità una volta era un mix di razze e di età. Da quando sono arrivati Thompson e Levien i vecchi sono stati via via rimpiazzati da giovani bianchi che sono stati promossi, superando gli altri senza una giustificazione professionale» o che, «a parità di lavoro, guadagnano più dei dipendenti di colore con maggiore esperienza».
Thompson guida la società del New York Times dal 2012, con uno stipendio annuo di 8,7 milioni di dollari. Arriva dalla Bbc, dove, nel 2011, fu portato in tribunale da alcune annunciatrici tv della vecchia guardia, come Miriam O’Reilly. Più o meno, stessa accusa di oggi: «discriminate perché anziane». Thompson fu costretto ad ammettere che alla Bbc c’era «un problema strutturale, poiché poche donne conducevano i programmi più importanti».
Ieri l’azienda lo ha difeso con un breve comunicato della portavoce Eileen Murphy: «Questa citazione contiene una serie di attacchi scurrili, ingiustificati e riciclati contro Thompson e Levien. Viene completamente distorta la realtà di lavoro al New York Times. Smentiamo in maniera totale che vi sia una qualche forma di discriminazione contro individui o gruppi di dipendenti». Fuori dall’edificio, sulla 8 Avenue, una giornalista sulla cinquantina sta fumando. Non vorrebbe dire una parola, si sbarazza della sigaretta ancora a metà e concede solo due frasette prima di rientrare: «La direzione ci ha scoraggiato a commentare questa vicenda. Comunque io lavoro qui da vent’anni e non vedo discriminazioni».