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 2016  aprile 30 Sabato calendario

Gabrielli a capo della Polizia, Toschi alla Finanza e Pansa all’intelligence: ecco tutte le nomine del governo

Nessun «amico», persone di «comprovata esperienza»: il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha presentato così le nomine dei massimi vertici della sicurezza e delle forze dell’ordine, il giro di poltrone di 18 prefetti e lo spostamento di 20 ambasciatori. Oltre 45 nomi, tra i quali non c’è quello di Marco Carrai, a lui molto vicino, e in procinto di diventare consulente di Palazzo Chigi per la Cybersicurezza nel rinnovo del suo staff annunciato dallo stesso premier per la prossima settimana («Mi darà una mano nei big data, a meno che non abbia cambiato idea, ma spero di no»).
Una pioggia di incarichi, tutti a tempo. «Abbiamo scelto un metodo – spiega Renzi – e fatto tutte le nomine tutte insieme e per solo due anni perché siamo persone serie e nel 2018 si voterà per eleggere un nuovo governo». Eccoli. Alessandro Pansa, attuale capo della polizia, prende il posto di Giampiero Massolo alla guida del Dis, il coordinamento dell’intelligence. Al suo posto andrà il prefetto di Roma, Franco Gabrielli. All’Aisi, servizio segreto interno, Mario Parente, ex capo del Ros, prenderà il posto di Arturo Esposito. Alla guida della Guardia di Finanza, al posto del pensionando Saverio Capolupo, andrà il generale Giorgio Toschi, attuale numero due delle Fiamme Gialle.
Dopo il terremoto dell’inchiesta di Potenza, in cui è indagato, lascia il capo di Stato Maggiore della Marina, l’ammiraglio De Giorgi. Al suo posto arriva l’ammiraglio Valter Girardelli, attuale capo di gabinetto del ministro della Difesa. Renzi ha ringraziato De Giorgi per la sua «straordinaria carriera», alla quale «nessun tipo di polemica può togliere qualcosa». Il generale dell’Esercito Carmine Masiello è il nuovo consigliere militare di Palazzo Chigi. Mentre Vittorio Rizzi, da responsabile della sicurezza di Palazzo Chigi, diventa il capo dell’Anticrimine.
«Quando si parla di fare delle nomine sulla sicurezza vogliamo valorizzare figure istituzionali – ha sottolineato il premier – Cambiavano i governi e si facevano delle nomine. Oggi la politica rivendica la possibilità di fare le nomine con trasparenza totale. Si tratta di nomine totalmente istituzionali. Non ci sono cordate e cordelline, c’è un meccanismo chiaro per cui ai Servizi ci va il capo della polizia», ha spiegato. «Ho chiesto all’autorità delegata ai servizi, il senatore Minniti, di comunicare prima delle nomine alle opposizioni le nomine fatte. Non ho chiamato io i singoli, perché non mi sembrava opportuno», ha aggiunto il presidente del Consiglio.
«Sono certo – ha aggiunto Renzi – che i nuovi vertici apicali delle strutture svolgeranno un lavoro molto serio. Nei prossimi giorni procederò a variazioni nel mio staff a Palazzo Chigi. C’è differenza tra nomine istituzionali e di staff. Quelle di staff lavorano con la squadra del governo e lasciano al termine del mandato. Spero che anche ai più accesi e accaniti sostenitori della sovrapposizione di questi ruoli sia chiaro», ha concluso, annunciando anche nuove nomine in arrivo alla Corte dei Conti e al Consiglio di Stato.
Nella prossima settimana Renzi conta anche di chiudere la partita dello Sviluppo economico. Al posto di Federica Guidi, che ha dato le dimissioni dopo il coinvolgimento del suo compagno nell’inchiesta di Potenza, si ipotizzano vari nomi. Spunta quello di Chicco Testa, già contattato, dubbioso ma non insensibile al richiamo di Renzi. Resta in lista Claudio De Vincenti, sottosegretario alla presidenza che la Guidi, nelle intercettazioni, accusava di volerle fare le scarpe. Si cita anche la viceministro Teresa Bellanova. E un nome che si aggiunge in queste ore è quello di Domenico Arcuri, il numero uno di Invitalia cui Renzi ha affidato il risanamento dell’area di Bagnoli.