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 2016  aprile 29 Venerdì calendario

Un sms alla guida può costare caro. Negli Usa vogliono mettere un dispositivo che misuri il tasso messaggistico dei conducenti distratti

«Guidi come un ubriaco. Anzi peggio, come un cellular-dipendente». La frase può far sorridere, ma la realtà degli incidenti provocati da chi lancia un occhio alla strada e due al display digitale è più amara che divertente. Diverse ricerche in Usa hanno confermato che gli autisti con il telefonino in mano sono più pericolosi di chi alza il gomito. E non solo quando parlano (per quello c’è il vivavoce) ma pure quando inviano sms ed email, si fanno un selfie al volante o addirittura una ricerca in internet.
Da qui l’urgenza di correre ai ripari. La legge già esiste – anche in Italia i trasgressori sono punibili con una sanzione da 161 a 646 euro, oltre alla decurtazione di 5 punti dalla patente – ma finora mancavano i controlli su chi non riesce a «spegnere» i contatti social neppure quando guida. Ora i deputati dello Stato di New York, con l’aiuto degli esperti di hi-tech, hanno trovato lo strumento adatto. Se sarà approvata la legge in discussione, dopo l’alcol test con etilometro – o Breathalyzer – arriverà sulle strade americane anche il Textalyzer, che misurerà il tasso messaggistico dei conducenti distratti.
Tempi duri per i maniaci del cellulare, soprattutto se responsabili di un incidente. Sempreché la legge superi i dubbi di costituzionalità per violazione della privacy, i poliziotti newyorchesi potranno chiedere la consegna del telefonino e utilizzare il «textometro» per entrare nel sistema operativo e verificare le attività più recenti. Lo strumento è in grado di determinare con grande precisione quando l’autista ha utilizzato il cellulare per inviare sms, email o postare tweet, foto, video. Se il guidatore si rifiuta di consegnarlo è previsto il ritiro immediato della patente.
Da anni, la maggioranza degli Stati Usa vieta per legge l’invio di messaggi o di qualsiasi altro testo digitale quando si è alla guida. La chiamano la norma «hands off» e non è dissimile da quanto prevede il codice stradale italiano, che punisce chi usa il cellulare senza utilizzare la funzione vivavoce o gli auricolari. Non basta, evidentemente. Gli americani – come gli italiani e buona parte del mondo industrializzato – continuano seraficamente a inviare messaggi e usare WhatsApp, Facebook, Instagram o Snapchat nel traffico cittadino o sulle highway nazionali. Il risultato, conferma l’analisi del New York Times, è devastante: gli incidenti stradali in Usa, che da anni erano in calo, hanno subito una brusca impennata, quasi l’8% in più nel 2015.
I dati statistici sono confermati dai neuroscienziati che studiano la dipendenza da cellulare: chi lo usa mentre guida ha un rischio quattro volte superiore al normale di provocare un incidente, maggiore perfino di chi ha un alto tasso alcolemico nel sangue. Effetti anche peggiori hanno i display digitali dei navigatori o i browser Internet di telefonini e tablet. Nel laboratorio di Scienze cognitive applicate dell’Università dello Utah stanno analizzando, con simulatori di guida ad alta fedeltà, l’impatto di questi gadget tecnologici sulle performance dei conducenti e sulla sicurezza stradale. Con risultati scioccanti: si registra una «cecità da disattenzione» che aumenta drasticamente il tempo di reazione a un evento imprevisto o a un cartello che implichi, ad esempio, l’uso dei freni o una sterzata. Un «rallentamento» della risposta che non viene registrato, invece, in chi ascolta la radio. Avanti, Mozart.