ItaliaOggi, 28 aprile 2016
La Cina dice addio al carbone e chiude mille miniere
La Cina ha deciso di non approvare più la costruzione di nuove centrali a carbone nei prossimi tre anni. Annunciata a metà aprile, la decisione riguarda 28 delle 33 province cinesi e metterà fine al 90% dei progetti in corso di autorizzazione.
L’iniziativa arriva dopo l’aumento della rabbia tra la popolazione per l’aumento dell’inquinamento che investe le principali città della Cina.
Rabbia che si lega anche a quella per il surplus di produzione di carbone in un periodo di rallentamento della crescita economica.
Secondo uno studio pubblicato l’anno scorso, l’inquinamento è la causa di 1,6 milioni di morti l’anno nel paese. Dalla fine del 2015 Pechino ha vissuto due allarmi rossi per lo smog con la chiusura delle scuole nella capitale. Il carbone con la sua combustione per la produzione di elettricità e il riscaldamento è il principale responsabile dell’inquinamento nocivo che soffoca le città dell’ex impero celeste. Ad oggi è impiegato all’incirca per il 70% del mix energetico della Cina.
Pechino ha anche promesso che sostituirà il carbone con l’elettricità pulita e il gas e che orienterà la politica verso lo sviluppo delle energie rinnovabili, l’eolico, il solare e le biomasse.