Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  aprile 28 Giovedì calendario

Lontano dalla Serie A il calcio italiano non paga più gli stipendi

Fosse una squadra, l’Atletico Asterisco starebbe in testa al campionato con la bruttezza di 72 punti, 4 in più – per dire – della Spal che ha già vinto il girone B della Lega Pro. E chissà che non aumentino pure, i 72, da qui alla fine dei tornei: possibile. Il fenomeno, tanto impressionante quanto sottovalutato, è sintetizzato in un trend che lascia pochi dubbi: nelle ultime tre stagioni i club professionistici sono calati (111 nella 2013/14, 102 quella dopo, 96 quella in corso: -13,5%) mentre i punti di penalizzazione sono aumentati (30, 61, 72: +140%). Gattuso, allenatore del Pisa: «Ma che sport è questo, dove ogni settimana cambia la classifica?». Vero. Peccato però che anche il suo Pisa abbia un -1 per una fidejussione irregolare. D’altronde nel buco nero dei «meno» ci sono cascate 18 squadre, quindi quasi una su 5.
Così fan tutte, o quasi. Infatti non ci si fa più caso, e forse questa è la cosa peggiore, ma le classifiche italiane sono una pioggia di asterischi: se quest’anno la A è «pulita» (l’anno scorso c’era il Parma, -7, poi fallito) e la B ha solo due decurtati (Lanciano -7, Novara -2), la terza serie come al solito stravince. Quattrini pochi, figuracce tante. Quelli del Rimini, ad esempio, non vedono un soldo da ottobre e si portano l’acqua minerale da casa (-3). Non che siano chissà che stipendi: nella vecchia serie C l’ingaggio medio di un giocatore non arriva ai 25mila euro. Lordi. Il girone C, quello del Sud, è un gruviera: 9 penalizzate su 18, la metà, con il glorioso Catania stangato addirittura di 10 punti (ma il record è del Savona, 14, gruppo B, retrocesso in D da un pezzo). Il trucchetto è facile: smetti di pagare gli stipendi a novembre, le penalità arrivano a marzo quando sai già se quei punti ti serviranno davvero o no. In quel caso, perché pagare gli arretrati? La classifica insomma la riscrive il giudice. E magari neanche una volta sola, visto che c’è sempre l’appello.
Svariati i reati, a partire dagli illeciti sportivi figli delle inchieste sul calcioscommesse Dirty Soccer e i Treni dei Gol, anche se la maggior parte sono violazioni e inadempienze del regolamento Covisoc, cioè la commissione per la vigilanza e il controllo delle società di calcio professionistiche che finì nell’occhio del ciclone un anno fa per il caso Parma. L’impennata di penalizzazioni va letta anche in questo senso, come una conseguenza dell’inasprimento dei controlli, oggi evidentemente più severi, una conseguenza pratica insomma di quel «mai più» pronunciato dal presidente federale Tavecchio dopo il default del club emiliano.
«Paradossalmente è un bene che ci siano tutti quei segni meno, significa che la direzione è giusta – spiega Gabriele Gravina, da 5 mesi presidente della Lega Pro –. Detto questo, è una vergogna inaccettabile. Resto dell’idea che la repressione non serva a nulla, la penalità non fa male alla squadra penalizzata ma a tutto il sistema perché lo scredita. Serve quindi una politica di sistema, non repressiva ma di sostegno assennato. L’anno prossimo agiremo su due fronti: controlli mensili ma anche un fondo di solidarietà per aiutare solo quelle società che si trovano in difficoltà momentanea. Una cosa è certa: se calano i club e aumentano le penalità significa che la soluzione non è ridurre gli organici come molti chiedono da tempo».
Può darsi, però c’è un altro dato che va tenuto presente: in Inghilterra i club professionistici sono 92, 56 in Germania, 42 in Spagna, 40 in Francia. Da noi 96, in attesa che la stagione ventura tornino 102. E, puoi giurarci, l’Atletico Asterisco sarà sempre al suo posto, pronto al suo solito campionato da protagonista.