Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  aprile 28 Giovedì calendario

Adesso Trump partirà con la commedia degli insulti

«Adesso», ha vaticinato Mike Murphy, stratega repubblicano legato ai Bush, martedì notte, durante la diretta elettorale su Msnbc, «Trump partirà con la commedia degli insulti». Al netto dei sondaggi sulle elezioni presidenziali (sfavorevoli), della sua annunciata svolta moderata («cercherò di non dire parolacce»), e della quasi certezza che insultare pesantemente un’avversaria donna può far perdere voti non solo femminili, il frontrunner repubblicano pare pronto alla commedia. «Io sono così e non cambio. Non si cambia il quarterback con cui sei arrivato al Super Bowl. Cercare di essere presidenziale? Sono presidenziale in ogni caso», ha fatto sapere The Donald in tempo per i talk show mattutini (e la codipendenza tra Trump e i media, forse, è la storia più pazzesca di questa pazzesca elezione). Poi ha fatto il suo primo discorso di politica estera. Intanto, sempre da martedì sera, ci si prepara a seguire il primo scontro tra un uomo e una donna per la Casa Bianca. Quasi nessuno se ne è accorto, stavano tutti seguendo Trump. «Parla schietto ed è un intrattenitore, ed è questo che conta», ha ricordato su Politico il suo consulente storico Roger Stone. Se candidato contro Hillary, Trump potrebbe dire parole schiette e divertenti che gli farebbero perdere voti e/o farebbero votare Clinton per disperazione. Già ora, le elettrici donne odiano The Donald più di quanto gli elettori uomini odino Hillary. Il «gradimento negativo» di Clinton tra i maschi bianchi soprattutto è ora a 20. Per Trump tra le donne è 33; grazie alle sue uscite più che discutibili, l’accusa alla giornalista Megyn Kelly di avergli fatto domande imbarazzanti perché aveva le mestruazioni, alla conduttrice Rosie O’Donnell di essere un «grasso porco», alla magnate dei media online Arianna Huffington di essere un «cesso». Anche per questo, la media ambosessi del «gradimento negativo» di Trump è 23 contro il più rassicurante 12 di Clinton. Che affronta una possibile sfida in cui è favorita (2 americani su 3 detestano Trump) con un «gender gap positivo» rispetto a Trump. Che però deve passare già ora molto tempo a rispondere a Trump. Solo martedì notte, The Donald ha detto: «Batteremo Hillary così facilmente». E poi: «Se fosse uomo, prenderebbe il 5%». Ma anche: «Hillary non piace alle donne», la campagna/commedia 2016 è partita così.