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 2016  aprile 28 Giovedì calendario

Castrogiovanni beccato al party di Ibra a Las Vegas e gli altri sportivi finiti nei guai per una fuga

Sarebbe bastato che Castrogiovanni chiedesse lumi a uno degli organizzatori del party per peggiorare la situazione: «Caro Ibra, tu che te ne intendi di diplomazia, cos’altro avrei potuto fare per mettermi in cattiva luce?». Il rugbista azzurro non si era fatto mancare niente per complicarsi la vita e finire fuori rosa: aveva saltato la semifinale di Champions della sua squadra, il Racing 92, raccontando ai dirigenti una frottola da scuola elementare: «Ho una parente gravemente ammalata». Francamente troppo. E tutto per non disertare la notte da leoni con cui Ibrahimovic e compagni avevano deciso di festeggiare a Las Vegas, intonandosi al ritmo e alla cultura della città, il doppio trionfo del Paris Saint-Germain, scudetto e coppa nazionale.
Aggirare o ridurre i doveri, gli impegni, scappare dai ritiri, pazziare. Vecchia solfa dello sport che opprime (ma paga). A volte si scappa con stile, a volte proprio no. Teorico di ribelloni concettuali, Ibra stesso nel 2006 fuggì allegramente dal ritiro della Svezia per tornare, sperando senza alcuna possibilità di non essere beccato, all’una di notte. A volte la fuga maramalda diventa comica. Capitò a Marco Tardelli che per raggiungere la sua Moana (Pozzi) si ritrovò prigioniero di un balconcino e per tornare nel mondo reale dovette passare dalla stanza di Gaetano Scirea. Capitò a un manipolo di sventurati giallorossi a Mosca lo scorso anno dopo l’1-1 col Cska che li condannò virtualmente al terzo posto nei gironi di Champions: vennero inchiodati da un tassista amico di fotografi altrimenti la fuga per la (mancata) vittoria sarebbe passata inosservata. Vieri un giorno impazzì di gelosia perché venne a sapere che la sua fidanzata Elisabetta (Canalis) stava ballando in discoteca. Ma lui, mentre fuggiva dalla Pinetina con Di Biagio, evidentemente pensava ad un altro verbo. Pochi giorni fa Arturo Vidal se l’è svignata dall’albergo del Bayern a Torino per una rimpatriata con i vecchi amici bianconeri (dopo il 2-2 dei quarti di Champions). Il gradimento di Guardiola è stato zero. Anche Buffon una volta, nell’autunno del 2014, scappò per Ilaria (D’Amico). Nel 2012 il milanista Niang “evase” con quattro compagni dal ritiro dell’U.21 francese. Presero un taxi e andarono a ballare. Sempre in taxi Romario e Ronaldo si allontavano dal ritiro del Brasile in Bolivia: Parliamo di Coppa America del ‘97.
Inutile dire quale fosse il loro obiettivo. Leggendarie le fughe, a ripetizione, di calciatori cubani o africani, di solito stremati e di solito giovanissimi. Quasi tutti ripresi, non tutti in buone condizioni. Stop alle convocazioni per Insigne e Berardi che decisero da soli l’entità del proprio infortunio e lasciarono Coverciano. Conte non fu entusiasta. Deferimento per il cestista Hackett che abbandonò il ritiro dell’Italia. Nessuna sanzione per Gullit che lasciò quello dell’Olanda prima di Usa ‘94 (ma tutto il suo paese ancora glielo rinfaccia). Zalayeta sarà scappato dal ritiro almeno tre volte. Qualche mese prima di incontrare la Roma in Coppa dei Campioni, con il Muro ancora bello dritto, due della Dinamo Berlino, Götz e Schlegel, fecero perdere le proprie tracce a Belgrado (avrebbero dovuto giocare contro il Partizan): sono fra i pochi calciatori tedeschi orientali ad aver varcato la frontiera interna senza subire conseguenze. Atroce finale per la fuga di un16enne rumeno del Csms Iasi. Sognava di cenare in un fast food a Domnesti. C’è riuscito. Poi però il suo allenatore, Liviu Petrescu, si presume un maestro di vita, l’ha preso a calci.