MilanoFinanza, 27 aprile 2016
La Mitsubishi manipola i dati sui consumi del carburante dal 1991
Ancora guai per Mitsubishi Motors. La casa automobilistica nipponica ha confermato le indiscrezioni in merito all’utilizzo in Giappone di metodologie improprie di prova dei consumi di carburante dal 1991; la notizia ha portato ieri il titolo a cedere quasi il 10%, dimezzando in cinque sedute il suo valore in borsa. Mitsubishi avrebbe presentato al ministero dei Trasporti dati, relativi ad alcuni veicoli commercializzati in Giappone, ottenuti tramite semplici calcoli e quindi senza condurre i test richiesti dalle normative. Secondo il quotidiano economico Nikkei, sono diverse decine i modelli interessati, anche se il vicepresidente Ryugo Nakao ha dichiarato di non sapere il numero di modelli e vetture coinvolti: finora si attestano ufficialmente a 625 mila min-icar, tra cui 468 mila Nissan. Nei giorni scorsi il gruppo, durante il processo di certificazione di alcune mini-car, aveva ammesso di aver utilizzato un metodo illegale per la legge giapponese di test anti-emissioni «per presentare tassi di consumo di carburante più favorevoli». Il patron Tetsuro Aikawa, visibilmente turbato, ieri ha di nuovo chiesto scusa: «Sono profondamente dispiaciuto, ma non ne ero affatto a conoscenza». Il vicepresidente Nakao ha poi specificato che finora non è emerso alcun segnale di manipolazione al di fuori del Giappone.