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 2016  aprile 27 Mercoledì calendario

Filippo Facci fa alcune precisazioni sulla produttività dei magistrati italiani e sulle loro remunerazioni

C’è questa leggenda – rilanciata nei giorni scorsi da Piercamillo Davigo e ventriloqui vari – secondo la quale i magistrati italiani sarebbero i più produttivi d’Europa. Già il 20 gennaio 2014, dopo analoga sparata a opera del Guardasigilli Paola Severino e dell’Associazione magistrati, Libero scrisse che i rapporti del Consiglio d’Europa – basta leggerli – non dicevano niente del genere, e ieri lo ha scritto anche il Foglio. I rapporti del Cepej ponevano il nostro Paese come maglia nera della giustizia europea e riportavano essenzialmente dei numeri: dopodiché l’Associazione magistrati ha semplicemente diviso il numero di procedimenti definiti per il numero di magistrati italiani (nel 2010) e ha chiamato questo «produttività»: che sarebbe come giudicare la produttività di un governo solo per il numero di leggi che fa. Che vuol dire, infatti, «definiti»? È lo stesso Consiglio d’Europa a precisare che le classifiche non hanno senso perché tra i procedimenti «definiti», per dire, ci sono anche quelli prescritti: anche se non aggiungeva, il Consiglio, che tre quarti delle prescrizioni italiane matura durante le indagini preliminari, dunque non c’entrano il sistema e le impugnazioni e gli avvocati, c’entrano i magistrati e basta. Poi non precisava, il Consiglio, che la citatissima corruzione finisce prescritta solo in un caso su dieci. In compenso precisava, il Consiglio d’Europa, che i magistrati italiani sono i più pagati del Continente.