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 2016  aprile 27 Mercoledì calendario

Come procede il piano della Apple a Napoli

Apple ritorna a Napoli. Questa volta una delegazione, prevalentemente di tecnici, si ferma in città per due giorni per incontrare rappresentanti delle università, delle imprese di settore presenti sul territorio, di Regione Campania (l’assessore allo sviluppo Amedeo Lepore) e governo, con Riccardo Monti dell’Ice, e fare una ulteriore e forse conclusiva valutazione sulle possibili localizzazioni offerte loro dalla Regione.
La seconda visita (dopo quella di fine marzo) al campus universitario della Federico II in via di completamento nel quartiere San Giovanni, nella periferia orientale, a quanto sembra, avrebbe convinto gli americani. Anche se si parla di una localizzazione provvisoria a San Giovanni per poi trasferire il grande centro della multinazionale di Cupertino nel medio periodo nell’area occidentale. Qui sarebbero possibili due soluzioni: la Porta del Parco di Bagnoli oppure l’ex sede Nato.
Si tratta di soluzioni considerate molto interessanti, anche per disponibilità di grandi superfici e per attrezzature. I delegati di Apple infatti chiedono una superficie di almeno 2.500 metri quadrati. La decisione finale, in ogni caso, è attesa a breve, si pensa entro pochi giorni.
Il primo incontro in città si è svolto ieri con i vertici della Federico II, il rettore Gaetano Manfredi, il delegato al progetto il professore Giorgio Ventre. «La multinazionale – racconta il professore Ventre – vorrebbe un coinvolgimento della scuola Politecnica nella organizzazione del suo centro di formazione che verrà appunto localizzato a Napoli. Qui intende formare e coinvolgere circa 400 giovani sviluppatori di nuove applicazioni Ict». Poi aggiunge Ventre: «Si cercano conoscenza e competenze non solo nel settore Ict, ma anche nel management, nel design». Sono poi seguiti incontri con i rappresentanti delle altre università campane.
Oggi invece, i tre delegati della Apple parteciperanno nella sede dell’Unione industriali di Napoli a un incontro con le imprese del settore. Il loro obiettivo è conoscere aziende dell’Ict che operano sul territorio con cui verificare possibilità di scambi e collaborazioni.
Il progetto di un investimento della Apple a Napoli, come primo approdo in Italia, insomma, va avanti e prende ormai forma. Oggi la Campania ha tra le carte da offrire alla prestigiosa multinazionale il Piano firmato con il premier Renzi domenica scorsa (da 9,5 miliardi di euro) che tra l’altro destina oltre tre miliardi allo sviluppo economico e una quota significativa di questi all’attrazione di investimenti.
Era il 22 gennaio scorso quando Matteo Renzi in occasione di una visita a Napoli annunciò: «Apple ha comunicato che aprirà a Napoli una bella realtà di innovazione con circa 600 persone. È ufficiale». Dopo l’accordo tra governo e Apple sulle pendenze fiscali si gettavano le basi per l’investimento in Italia.
In realtà, la Campania vanta la presenza di un sistema di ricerca nel campo dell’Ict che senza dubbio può essere considerato un fattore di forte attrazione di investimenti. L’ultima valutazione Anvur vede tutte le università campane piazzate al vertice delle classifiche. Inoltre ai corsi legati all’Ict in Campania si registrano circa mille iscrizioni l’anno: un numero alto così come quello dei laureati che si collocano bene anche in aziende straniere. Nè si può dimenticare la presenza dei Distretti tecnologici che desinano all’Ict una parte consistente dei propri studi, gli istituti del Cnr i consorzi Cini e Cnit, il centro di competenza regionale nato nel 2007, l’Enea. Insomma, un sistema che dialoga – anche grazie alla banda ultralarga che connette tutti gli atenei della regione – e lavora in sinergia con le imprese, non solo le grandi, oggi meno presenti, ma anche con un nocciolo duro di virtuose piccole e medie aziende.