Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  aprile 27 Mercoledì calendario

Il plastico ferroviario più grande d’Europa sarà a Firenze: 300 metri quadrati di treni, binari, stazioni e città costati al marchese Giuseppe di San Giuliano un milione di euro e 15 anni di lavoro

Uno dei plastici ferroviari più grandi d’Europa darà nuova vita ad un cinema dismesso nel cuore della città. Quasi 300 metri quadrati di treni, binari, valli, montagne, stazioni e città costati al marchese Giuseppe di San Giuliano la bellezza di un milione di euro e 15 anni di lavoro, che nel giro di 18 mesi diverranno il cuore di un moderno museo del treno proprio a due passi da Santa Maria Novella a Firenze.
Un sogno privato, quello del marchese e del suo plastico dei record, che diventa una promessa di rinascita non solo per un palazzo abbandonato dalla fine degli anni ’90 dopo la chiusura del cinema Ariston e il flop del bingo che lo rimpiazzò, ma anche per uno dei pezzi più belli e più trasandati della città, il rione di Santa Maria Novella con via Palazzuolo assediata da sporcizia, spaccio, risse.
Riuscirà un museo privato, con un progetto culturale tutto basato sulla grande storia delle ferrovie italiane ed europee, a riscaldare il cuore dei fiorentini? È la sfida molto pop che si è messo in testa il marchese di San Giuliano, 84 anni, erede del nobile casato, proprietario di una delle più grandi tenute agricole siciliane, tra le province di Catania e Siracusa, oltre che di uno sconfinato archivio familiare, frutto di una storia lunga più di 800 anni. Vedovo di Fiamma Ferragamo, sorella dei celebri imprenditori della moda Leonardo e Ferruccio morta nel 1998, il marchese coltiva fin dagli anni ’70 un’accanita passione per il modellismo ferroviario. «Cominciò con le macchine, poi una volta entrò in un negozio di modellini a Milano e ne rimase folgorato. Comprò la prima locomotiva. Ne seguirono centinaia. Diventò modellista, negli anni ha creato stazioni e piccoli plastici ovunque: in salotto, nella casa di campagna, in azienda», racconta oggi il figlio Diego di San Giuliano. Nel 2001 poi la folgorazione. L’idea di sfidare i grandi plastici in giro per il mondo, a partire dall’inarrivabile Miniature Wunderland di Amburgo, una delle attrazioni principali per le famiglie tedesche. Il marchese mette in piedi una “compagnia del plastico” fatta di 5 amici: un paesaggista, un ingegnere, un ex dipendente Rai, un ufficiale della Marina in pensione e un perito meccanico. Anni di ricerca dei pezzi, di calcoli, lavori di elettronica e meccanica per tirare su un gigante, uno dei più grandi d’Europa come dimensioni e certamente uno dei più ricercati e divertenti: sulle rotaie di questo plastico, oggi ospitato in un capannone di 300 metri quadrati alle porte di Scandicci, i treni corrono in un mondo fantastico, che i progettisti hanno voluto ispirare alla loro ambizione prima ancora che alla realtà o alla geografia. Non che manchi la passione per il dettaglio: nella stazione museo di Vienna è ospitato il mitico Orient Express, la stazione di testa del plastico fonde minuziosamente l’architettura della centrale di Milano con quella di Berlino, un castello sul Trasimeno sorge vicino a una boulangerie francese a fuoco salvata dai pompieri e le Dolomiti si affacciano su un pezzo di mare grande 50 metri quadrati. Non ci sono confini se non quelli dell’immaginazione in quello che gli appassionati e i fan sui blog chiamano ormai il “plastico San Giuliano”.
E la voglia di stupire non è certo mancata ai costruttori, che oltre a gallerie infinite, cimiteri monumentali, borghi storici, pascoli e porti con fari commerciali hanno voluto anche allestire surreali scene del crimine, come una cava di pietra depredata da loschi figuri con tanto di gru, e spaccati underground, come quel gruppo di graffitari intenti a imbrattare i vagoni fermi fuori dalla stazione. Accanto a questo gioiello di miniatura, dentro i 900 metri quadrati del vecchio cinema Ariston, nascerà una moderna esposizione legata al treno, che sarà visitabile dietro pagamento di un biglietto e racconterà, nell’idea dei progettisti, la grande storia delle ferrovie e delle stazioni italiane ed europee, con strumenti di fruizione multimediali, per grandi e piccoli, un bookshop e un caffè collegati. Tempi di realizzazione: un anno e mezzo a partire dall’acquisto dei locali, fissato per la prossima settimana, costo vicino ai 2 milioni di euro.