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 2016  aprile 27 Mercoledì calendario

«Sono stata tradotta male». Parla la giornalista egiziana che ha mandato al diavolo Giulio Regeni

Lei ha mandato al diavolo Giulio Regeni in tv...
«Mi hanno tradotta male». L’attrice e conduttrice egiziana Rania Yassin non si scusa, ma sostiene al telefono con il Corriere di essere stata fraintesa. «È un’espressione, un’espressione egiziana, che se la traduci in italiano avrà un altro significato. Insomma, non volevo dire che lui dovrebbe andare all’inferno, ma che il caso dovrebbe andare all’inferno poiché sta causando problemi tra gli egiziani e gli italiani. Io rispetto Giulio Regeni, da vivo o morto. Non sto parlando di questo ma della cospirazione contro l’Egitto...».
Rania Yassin lavora per la tv egiziana Al Hadath, il cui proprietario – secondo il quotidiano Al Ahram – è Mohammed Ismail, parlamentare della maggioranza governativa. La conduttrice ha acquistato un’istantanea notorietà e provocato non poca rabbia in Italia per le sue parole durante la puntata del 23 aprile del programma Al Hadath Al Youm (L’evento di oggi). A riascoltare il video, comunque, non sembra sia stata fraintesa: «A dire la verità mi faceva pena, è un giovane ed è stato ucciso, ma sinceramente adesso dico: inabissati nella catastrofe» (traducibile come «vai all’inferno»). Poi fa una pausa, si corregge: «Si è inabissato nella catastrofe».
Chi è che voleva mandare all’inferno quindi?
«C’è un grosso problema adesso: abbiamo un embargo economico perché i media europei scrivono che all’Egitto il caso non importa e non ci stiamo sforzando di capire chi abbia ucciso il ragazzo… Non è la prima persona assassinata nel mondo, noi egiziani abbiamo un cittadino ucciso in Italia e di cui non sappiamo niente. Ecco, se tutti si comportassero così, tutti i Paesi romperebbero le relazioni gli uni con gli altri. Se qualcuno pensa che bisognerebbe fare così, vada all’inferno. È questo che volevo dire».
Yassin sostiene che «il problema è che bisogna aspettare che finiscano le indagini» e che c’è un «complotto dei terroristi» per dividere l’Italia dall’Egitto. Critica le speculazioni sul caso da parte dei media europei. Ma se le fai notare che nel suo programma specula sul fatto che Regeni fosse una spia, replica: «Ho sottolineato che non so se sia vero, che Dio solo lo sa». Un altro presentatore egiziano, Tamer Amin, in passato ha sostenuto che Giulio fosse gay; lei dà la colpa ai social media che diffondono notizie false.
Fino allo scorso gennaio Rania lavorava per la tv Al Assima ma intervistò l’astrologo Ahmed Shaheen, che evocò in una seduta spiritica in diretta l’ex presidente (assassinato) Sadat, il quale profetizzò un attentato imminente contro l’attuale raìs Al Sisi. Improvvisamente, Yassin smise di lavorare per quella tv, ma negò di essere stata licenziata: «Ho trovato un impiego migliore». Ieri il sito Al Watan scriveva: «È diventata famosa da un giorno all’altro, senza nemmeno la fatica di lavorare a un film».