Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  marzo 04 Venerdì calendario

I gabbiani a Roma, sempre più aggressivi e pericolosi

Il gatto mangia il topo, cantava Bennato. Ma forse la canzone andrebbe aggiornata. Perché ormai a fare il lavoro sporco, ci pensano i gabbiani. Che sempre più spesso vanno a caccia di roditori nelle strade del centro, come è capitato pochi giorni fa in via del Banco di Santo Spirito, a due passi da Castel Sant’Angelo, tra i flash di pellegrini e passanti. Si tratta di animali che negli ultimi anni hanno sviluppato comportamenti violenti verso l’uomo. «Sono animali intelligenti, riescono a fare collegamenti causa-effetto – spiega Fulvio Fraticelli, direttore scientifico del Bioparco – E così, dopo essersi visti offrire ogni tanto briciole o patatine, si sono abituati a interpretare l’uomo come fonte di cibo. E a volte se lo prendono da soli. Ci sono molti casi di scippi, con i gabbiani che portano via panini o tramezzini». E questo, spiega il direttore scientifico del Bioparco, può creare dei rischi. «Perché sono animali molto forti, con un becco molto potente e unghie molto appuntite. Il contatto può creare problemi».
I NUMERI
Il numero dei gabbiani presenti a Roma è aumentato in modo esponenziale negli ultimi anni. Gli ultimi dati del Dipartimento Ambiente del Comune di Roma parlano di oltre 40mila esemplari. «I primi – spiega il presidente del Bioparco, Federico Coccìa -sono arrivati nella Capitale negli anni ’70. Si dice che la prima coppia nidificò proprio qui, al giardino zoologico. Per decenni sono stati pochissimi. Poi, a cavallo tra la fine degli anni ’90 e l’inizio degli anni 2000, c’è stato un vero e proprio boom dal punto di vista riproduttivo e la colonia di questa specie si è ampliata in modo impressionante».
I laridi preferiscono “abitare” in centro storico, perché sui tetti dei palazzi più antichi trovano il contesto più idoneo per nidificare. Ma anche alcune zone periferiche, ben distanti dal mare, nel corso degli anni si sono abituate alla presenza dei gabbiani. Per trovarli, basta seguire i rifiuti. «Il gabbiano è un onnivoro opportunista, mangia qualsiasi cosa – spiega ancora Fraticelli – Per ridurre la presenza di questi uccelli bisogna soprattutto ridimensionare la disponibilità di cibo, quindi essenzialmente di rifiuti». Lo stesso Dipartimento Tutela Ambiente del Comune, pochi giorni fa, ha lanciato un avviso: «Non bisogna lasciare i rifiuti all’esterno degli appositi contenitori perché costituirebbero una fonte inesauribile di cibo per i gabbiani e non solo». Mettendo anche in allerta da possibili «attacchi». Ma ci sono rischi anche dal punto di vista sanitario. Perché i gabbiani, indirettamente, possono trasmettere malattie. «Salmonelle, clamidie – sottolineano dal Bioparco – anche se non esistono dati certi sulla trasmissione diretta, i rischi principali arrivano dalla contaminazione dei cibi, che in molti casi riguarda anche i piccioni».