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 2016  marzo 04 Venerdì calendario

Tronca va alla guerra contro i topi

Per dare una spiegazione alle scorribande dei roditori, sempre più numerosi, nel cuore della Capitale, che l’altro ieri sono sbucati nelle biglietterie del Colosseo e del Palatino, che fanno capolino a piazza di Spagna, il “salotto di Roma”, o a piazza Navona, forse si può ripartire dal topo di Orazio, che nella famosa satira preferiva la campagna per colpa delle insidia e trovate nella vita di città. Strano a dirsi, ma uno dei fattori dell’aumento dei roditori è proprio questo, spiega Enrico Alleva, etologo dell’Accademia dei Lincei: le insidie, oggi, mancano. «Si sono ridotti i predatori dei topi – spiega –. Se in città ci fossero più rapaci, barbagianni o allocchi, ci sarebbero molti meno roditori. Invece questi uccelli non trovano più con facilità gli alberi in cui nidificare». E, diminuendo, lasciano campo libero all’esercito dei muridi.
E così intorno ai monumenti, oltre ai turisti, c’è il rischio che ora si mettano in coda pure i ratti. Il soprintendente ai Beni archeologici di Roma, Francesco Prosperetti, l’altro ieri ha dovuto ammettere: «È un grosso problema, difficile da fronteggiare». Poche ore prima, era stato ritrovato un topo morto allo sportello della biglietteria che si trova di fronte al Colosseo, dove i turisti fanno il ticket d’ingresso per visitare il Palatino, Foro Romano e Palazzo Massimo. «L’operatore che era in servizio si è visto colare il sangue sulla scrivania», ha spiegato il soprintendente.
I NUMERI
Ma la causa principale dell’aumento dei roditori nel cuore della Città eterna va ricercata soprattutto nei sacchi di immondizia che tracimano dai cassonetti, sempre di meno (negli ultimi tre anni sono passati da 100mila a poco più di 60mila) perché nel frattempo la municipalizzata capitolina dei rifiuti, l’Ama, ha portato la raccolta differenziata oltre in oltre il 40% delle strade. Peccato però che in tanti riescano comunque a bypassare le nuove regole del porta a porta, andando a scaricare i sacchetti della spazzatura nel bidone più vicino. E così i roditori ritrovano il loro habitat naturale. Altro che insidie. Spiega ancora Alleva: «I topi regolano la loro popolazione sui livelli alimentari. Più cibo trovano, più aumentano. Poi ci sono dei cicli, ogni 8-10 anni, in cui il loro numero sale o si abbassa in modo più marcato. Potremmo essere in una di queste fasi». Il resto lo fanno i fattori climatici. Ecco perché, secondo l’etologo, è possibile ipotizzare che «l’inverno tiepido in corso, abbia “salvato” molte nidiate e ridotto fortemente il numero dei morti».
Una cosa è certa: le segnalazioni arrivate alla partecipata comunale per l’ambiente sono aumentate in modo esponenziale. Qualche numero: in tutto il 2015 gli interventi sono stati 1.700. Solo nei primi due mesi del 2016, le operazioni dell’Ama sono già 986. I luoghi più colpiti sono tutti nel centro storico: da Borgo a via del Corso, passando per Trastevere, Campo de’ Fiori e perfino l’area di Castel Sant’Angelo, percorsa ogni giorno da migliaia di pellegrini per il Giubileo.
Anche la Asl è in campo. «Le segnalazioni sono raddoppiate, l’aumento è soprattutto in centro storico e in Prati», dice Enrico Di Rosa, responsabile per la Asl Roma 1 del Sisp (Servizio Igiene e sanità pubblica). «Non siamo in una situazione di emergenza sanitaria – sottolinea – non si tratta di grandi numeri, però va detto che a noi si rivolgono solo per i casi più critici, soprattutto le scuole. Una cosa è certa: è innegabile che il fenomeno sia in crescita. Anche per questo abbiamo deciso di potenziare i nostri interventi. Perché è fondamentale la prevenzione, soprattutto nelle situazioni a rischio». Anche perché la presenza dei roditori può portare con sé conseguenza dal punto di vista medico. Le patologie che possono trasmettere i topi, spiega Giovanni Rezza, direttore del Dipartimento Malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità, «sono la leptospirosi, che si trasmette attraverso le acque e le urine dei roditori, e la salmonellosi perché questi animali, essendo sporchi, potrebbero riuscire a contaminare cibo e dispense. Per controllare questi fenomeni è fondamentale rispettare le norme igieniche».
LE MISURE
Ieri dal Campidoglio è arrivata una risposta: il commissario straordinario Francesco Paolo Tronca ha varato un piano da 1 milione e 250 mila euro per triplicare gli interventi di derattizzazione. Nelle stime di Ama, questo programma potrebbe arrivare alla realizzazione «di circa 6mila-7mila interventi, capaci di coprire tra l’8 e il 10% delle strade». Nel frattempo i commercianti si organizzano con interventi fai-da-te. È il caso di via Natale del Grande, pochi metri da piazza San Cosimato, cuore della movida trasteverina, dove i topi continuano a spuntare dalle caditoie. E i negozianti sono costretti a spendere, ogni anno, oltre 5mila euro per proteggere i locali da questi poco desiderabili avventori. Nell’attesa di un happy ending, con una fuga di massa dei roditori dalla città, stile Orazio, o almeno di una derattizzazione seria da parte del Comune.