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 2016  marzo 04 Venerdì calendario

Venti motivi che ci fanno rimpiangere di non essere rimasti a cena a casa

Ormai è un dato di fatto: mai come in passato mangiamo fuori sempre di più. Pranziamo o ceniamo al ristorante, in trattoria, in osteria, alla tavola calda, per lavoro, per festeggiare, per trascorrere del tempo con gli amici oppure per provare un locale consigliato o che ci incuriosisce. Ma cosa rovina l’atmosfera quando andiamo al ristorante? La qualità scadente del cibo è la condanna più unanime che i frequentatori di ristoranti sollevano. Esistono molte altre ragioni, tutte però accomunate da un unico risultato: guastare la nostra esperienza risto-gastronomica. Ecco quindi la classifica – in ordine casuale – dei 20 motivi più comuni, ma potrebbero essere senz’altro di più...
1) Porzioni scarse In molti ristoranti stellati o di alto lignaggio sembra vigere una bizzarra regola secondo cui le porzioni dei piatti sono inversamente proporzionali al prezzo. Ottima maniera per uscire dal locale poco appesantiti ma con il portafoglio sottoposto a terapia dimagrante.
2) Tavoli vicini all’ingresso o al bagno I primi da evitare per il «traffico pedonale» foriero di ventate di aria gelida all’entrata ed all’uscita dei clienti nel periodo invernale. I secondi per le folate di disinfettante dal lezzo acre, dalla fragranza di sapone liquido industriale accompagnati dai caratteristici miasmi dei locali di servizio.
3)Musica di sottofondo Raramente consona in termini di contesto e di volume, ancor peggio se ripetuta ad intervalli regolari. Meglio abbonarsi ad una webradio che trasmette musica senza interruzione.
4) Telefono cellulare A tavola, e non solo, il telefono va ostracizzato. «Pattinare» con l’indice sullo schermo non prestando attenzione verso gli altri commensali è la quintessenza della scortesia. Ecco perché negli Usa si stanno diffondendo locali «off line» dove l’uso del telefono è visto come un sigaro cubano in un asilo infantile. Sul menu del «Ristoro Re di Puglia» di Coltano (Pi) è apparso questo annuncio: I cellulari nuociono alla salute dei bambini. Lasciate a casa entrambi. Semplicemente geniale!
5) Vietato fumare Pessima pratica alzarsi da tavola per andare a fumare. Ma i tabagisti sono dei tossicodipendenti. Inutile chiedere di essere educati…
6)Stuzzicadenti Se in un ristorante sono a tavola, è già un buon motivo per cambiare locale. Ancor peggio, pranzare con qualcuno che gli stuzzicadenti se li porta appresso!
7)Venditori di fiori e questuanti È insopportabile dovere insistere per non comprare rose tantomeno far finta di ignorare chi mette le mani sul tavolo appoggiando paccottiglia accompagnata da pizzini sudici e sgualciti per sovvenzionare fantomatiche onlus.
8)Bambini maleducati Così come è avvenuto per il divieto di fumare, propongo di affiggere per legge all’entrata di ogni locale l’avviso letto tempo fa in un ristorante in Liguria: – I bambini non guardati dai genitori saranno presi e venduti come schiavi.
9) Coperto La presenza del costo del coperto con la scusa del cestino di pane «fatto in casa» o del calice di benvenuto di Prosecco: tassa da corporazione, stortura tipicamente italiana impossibile da spiegare agli stranieri. Che dire, poi, della lenta scomparsa della tovaglia e, in qualche caso, addirittura della tovaglietta american-style di carta accompagnata dalla presenza sempre più frequente del tovagliolo in tessuto-non-tessuto? È forse il preludio all’introduzione della posateria in plastica usa-e-getta?
10) Il conto Dovrebbe essere l’unico risvolto libero da incognite. In realtà 5-6 volte su 10 succede di subire i magheggi del ristoratore. L’apoteosi avviene quando arriva il pezzo di carta ben stampato, con il nome del ristorante, l’indirizzo, il telefono, lo spazio per la quantità e la natura dei beni. Sembra perfetto. Peccato manchi il numero di partita Iva dell’esercizio, la numerazione fiscale e sul bordo sia riportata la dicitura – Non Fiscale – o – Non valido ai fini fiscali -.
11) Cameriere Se è scortese può rovinare la serata. La stragrande maggioranza dei ristoratori non ha ancora compreso che il lavoro del cameriere ha lo stesso peso di quello di uno chef. I ristoratori, ancor’oggi, investono sui cuochi e mai sul personale di sala con risultati che talvolta possono determinare le sorti del locale.
12) Foodografi Fenomeno che si sta diffondendo come l’incedere di un’erba infestante (oltre 10 milioni di fotografie di piatti sono condivise e commentate ogni mese su Instagram!). Anni addietro si burlavano i giapponesi che immortalavano tutto ciò che li passava a tiro di fotocamera. E, tutto sommato, si rimarcava un difetto di buona educazione e di buon senso. Altri tempi.
13) Illuminazione Perché viene trascurata? Sembra che l’attenzione sia posta più sull’estetica che sulla funzionalità. La luce al neon di certi locali fa apparire tutti quanti vittime di un attacco di bile. Saper scegliere tra una lampada dalla tonalità di luce fredda, industriale ed una calda d’atmosfera senz’altro più invitante.
14) Vorrei ma non posso Esistono locali gestiti da patron e chef dalla rarefatta antipatia e presunzione da alta cucina, ma che in realtà non possiedono né i mezzi né il talento per tentare la scalata alle vette risto-gastronomiche. E che dire degli errori di ortografia nel menu, dei piatti dai nomi ridicoli o con troppe ed inutili maiuscole?
15) Pietanze a rate Meglio aspettare anche 30 minuti il proprio piatto piuttosto che dover mangiare la pasta incollata perché si è dovuto attendere la frittura di pesce del commensale. Un vizio presente in molti locali: servire a rate.
16) La regola del 15 Un pranzo o una cena dove tra una portata e l’altra trascorrono più di 15 minuti, così come l’attesa per ordinare e la mancanza di accoglienza, sono segnali che non si va lontano.
17) Cani al ristorante È questione di senso civico: il cane al ristorante come in hotel, al bar, al supermercato non dovrebbe entrare. Primo perché qualcuno potrebbe esserne infastidito, secondo perché c’è chi potrebbe aver paura del cane ed imporre la sua presenza è una violenza, terzo perché è una questione igienica.
18) Bagno Se mi imbatto in un bagno sporco, penso subito che anche la cucina lo sia, ma anche i servizi igienici modello stazione di servizio sarebbero validi motivi per non ritornare più in quel locale.
19) Pane In una trattoria o in ristorante medio livello non occorre pretendere pane gourmet preparato dallo chef. Del pane comune fresco è più che sufficiente.
20) Vino Fino a qualche tempo fa vigeva la regola per cui il prezzo al tavolo della bottiglia si otteneva moltiplicando per 3 la cifra pagata al fornitore. Oggi in qualsiasi lista dei vini che si rispetti è difficile scorgere qualcosa di dignitoso a meno di 20 euro a patto che non si opti per il «vino della casa» sì dal prezzo calmierato, ma quasi sempre una porcheria.