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 2016  marzo 04 Venerdì calendario

Se il Family Day vuole farsi partito

Avanza una nuova Vandea. Non vogliono, però, essere chiamati crociati, invocano «l’aiuto di Dio e lo sguardo benevolo di Maria Vergine», provano a trasformare il Family Day in un movimento politico. «Né con questa destra né con questa sinistra», spiega Mario Adinofi che si tuffa in questa avventura integralista insieme a Gianfranco Amato, presidente degli «Avvocati per vita» dalle posizioni ferocemente anti-gender. La loro ambizione è quella di presentare liste cattoliche alle prossime amministrative in 300 comuni. 
Non temono di essere velleitari, considerano Alfano e tutti coloro che hanno votato la legge sulle unioni civili (senza la stepchild adoption) dei «traditori». Sono convinti di rappresentare il Popolo della Famiglia e lo hanno messo nel simbolo con il quale si presenteranno alle elezioni. Anche a Roma. Il candidato sindaco nella capitale sarà proprio lui, il massiccio Adinolfi che spera di avere accanto Massimo Gandolfini, portavoce del comitato «Difendiamo i nostri figli» e uno dei principali organizzatori del Family Day. Il 30 gennaio al Circo Massimo urlarono dal palco che erano in due milioni, in un sito che non contiene più di 500 mila persone (oltretutto quel giorno almeno un terzo risultava inagibile per lavori in corso). La manifestazione contro le unioni civili fu comunque un successo indiscusso, che frenò Renzi e il Pd sulle unioni civili (oltre alla mancanza dei numeri al Senato). Ora, sulla cresta di quell’onda, la parte più intransigente degli organizzatori si fa partito e parte lancia in resta contro il resto del mondo politico impuro. Ad annunciare la sfida sul suo giornale on line La Croce è lo stesso Adinolfi al grido «proviamo a fermare un Paese avviato verso il baratro». «C’è stato chiesto da migliaia di messaggi di costituire un soggetto politico: eccolo. Si presenta alle amministrative in tutta Italia, chiedendo un miracolo al Signore. Sui principi della vita e della famiglia, sui diritti dei deboli non si negozia». I crociati avranno 69 giorni per raccogliere decine di migliaia di firme certificate da un notaio o un pubblico ufficiale, presentare candidati sindaci e liste, preparare una campagna elettorale. Tutti avversari. La sinistra, figuriamoci. Ma anche Forza Italia, i Fratelli d’Italia, la Lega e quei «sedicenti cattolici» che erano presenti al Circo Massimo a sostegno del Family day e poi al Senato hanno votato la «legge Renzi-Alfano». 
«Saremo una sorpresa elettorale – assicura Adinolfi – dimostreremo che il Popolo della Famiglia è un popolo tutto rivolto al futuro. Un popolo cattolico che veniva dato per disperso e ormai irrilevante nell’agone pubblico. Qualcuno gioiva per averlo reso innocuo, addomesticato». E invece no: la milizia cristiana fa un appello a chi crede ancora alla famiglia fondata sul matrimonio e composta da un uomo e una donna. E vuole chiedere voti, eleggere i rappresentanti nelle istituzioni. 
Ci sono punte di utopismo nell’appello di Adinolfi e dell’avvocato Amato: se il consenso che avranno sarà «sorprendente», allora sarà possibile «cambiare la storia d’Italia, e fare del nostro Paese il luogo da cui potrà partire una resistenza anche a livello europeo che spazzerà via tutti quei falsi miti di progresso incardinati nelle società di mezzo continente da normative ispirate al più bieco individualismo». L’omosessualità non passerà, profetizza Amato, perché contro natura. È scritto nel Catechismo: «Preclude il dono della vita»; «il peccato dei Sodomiti» è uno dei cinque gravi peccati che «gridano vendetta al cospetto di Dio».