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 2016  marzo 04 Venerdì calendario

«Pietro ci è ricascato». Così Maso, che nel 1991 ha ucciso i genitori, ha fatto sapere di voler finire il lavoro di 25 anni fa. Le sorelle ora sono sotto scorta

«Purtroppo ci è ricascato, venticinque anni dopo». Non vuole dire altro Laura Maso, sorella di quel Pietro che il 17 aprile del 1991 massacrò a sprangate i genitori con tre amici a Montecchia di Crosara, nella Verona orientale che in quegli anni si distinse per un primato poco edificante: quello dei figli che uccidono i genitori per l’eredità (a Verona si sta celebrando il processo alle sorelle Montanaro che nel 1994, dieci chilometri più in là, avrebbero ucciso la madre, Maria Armando).
Ma in che senso Maso ci è ricascato? Al momento si sa di un messaggio che a inizio anno lo stesso Pietro, oggi quarantaquattrenne, avrebbe inviato per errore alla sorella Nadia anziché a tale F.: «Adesso F. pensaci bene, domani ti chiamo, e se rispondi bene e fai quello che devi fare, o vengo lì e ti stacco quella testa di c… che hai».
F. è un vecchio e a questo punto ex amico. Parole dure, violente, minacciose. Al punto da convincere le sorelle a denunciare il fatto alla procura di Verona, con le migliori intenzioni, «perché Pietro ha bisogno di aiuto». Il messaggino arrivava infatti dopo che Nadia, incontrando il fratello il 21 dicembre a Telepace dove lavorava, lo aveva visto «completamente cambiato… – si legge nell’esposto – in uno stato confusionale di onnipotenza… con deliri euforici». Ad abundantiam, negli ultimi mesi del 2015, trascorsi da Maso in Spagna, le era giunta notizia che avesse «fatto uso di parecchia cocaina». Laura e Lucia, che dopo l’atroce delitto dei genitori avevano trovato il modo di perdonare il reprobo recuperando il rapporto con lui, ci hanno visto il Pietro del 1991, quello dell’improvvisa, allora sconosciuta, doppia personalità, il «soggetto bipolare» certificato dal professor Vittorino Andreoli nella perizia psichiatrica depositata a processo.
La denuncia ha indotto la procura di Verona ad aprire un’indagine per tentata estorsione ai danni di F. Cosa che deve aver mandato su tutte le furie Maso. In un paio di telefonate, a monsignor Guido Todeschini, sua guida spirituale, e alla moglie separata Stefania Occhipinti, come riportato dal Corriere di Verona, avrebbe detto qualcosa di sorprendente, sintetizzato così: «Sulle mie sorelle devo finire il lavoro di 25 anni fa».
Gli inquirenti vogliono vederci chiaro. Nel frattempo hanno attivato le misure di sicurezza a tutela di Nadia e di Laura, che scuote la testa: «Pietro ci è ricascato».