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 2016  marzo 04 Venerdì calendario

La National Gallery di Londra sfida la Tate: «Esporremo anche noi opere del Novecento»

Nel mondo del 2016, i quadri di Picasso vanno considerati classici o contemporanei? Attorno a una domanda del genere è scoppiata la guerra sul concetto di arte “moderna”. I due più importanti musei londinesi avevano sempre avuto un accordo: la National Gallery si occupa di pittura fino al 1900, la Tate Britain espone l’arte britannica e la Tate Modern ha l’esclusiva sull’arte straniera dopo il 1900. Ma Gabriele Finaldi, l’italiano nominato l’estate scorsa direttore della National Gallery, ha reso noto che l’intesa non gli sta più bene. «Il 1900 sembra diventare sempre più remoto e meno significativo come spartiacque della storia dell’arte», dice Finaldi alla rivista Art Newspaper. «È frustrante, per noi, arrivare fino al 1900 e non potere andare oltre». Il direttore della pinacoteca affacciata a Trafalgar Square sostiene di avere un’intesa di massima con la Tate per poter aggiungere alla propria collezione opere d’arte fino al 1930-1940. Sarebbe questo il nuovo confine temporale di un moderno che arriva alle soglie della contemporaneità.
Finaldi lascerebbe alla Tate, in compenso, l’arte d’avanguardia e l’astrattismo. Ma vorrebbe cambiare, per esempio, il “divieto” esistente per il suo museo su Picasso: «Un artista che ha attraversato la fine del diciannovesimo secolo e ha compiuto una serie di incredibili trasformazioni sino a diventare una figura di primo piano del ventesimo secolo. Anche noi dovremmo avere diritto di esporlo». Non tutto Picasso, fa intendere il direttore della Gallery, ma il Picasso dei primi anni del Novecento, quello non ancora sconfinato nel cubismo. La questione è delicata perché National Gallery e Tate sono i due grandi musei rivali di Londra. La National ha avuto lo scorso anno 6 milioni e mezzo di visitatori. Le Tate, come musei combinati (Britain e Modern), più di 7 milioni. Le polemiche su quale dei due potesse mettere in mostra cosa sono state frequenti, ma parevano superate da un “gentleman’s agreement” raggiunto nel 1996. Ci sono state momentanee violazioni di questa tregua: nel 2009 la National Gallery entrò in territorio “moderno” con una mostra su Picasso; e l’anno dopo la Tate rispose entrando nel diciannovesimo secolo con una mostra su Gauguin. Ma erano, in entrambi i casi, esibizioni. Non riguardavano le collezioni permanenti: le 70 mila opere d’arte in possesso della Tate e le 2300 in possesso dellaNational Gallery.