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 2016  febbraio 14 Domenica calendario

Commento a Juve-Napoli di Mario Sconcerti

Non è stata una grande partita, è stata però una partita grossa, giocata sui nervi e sull’attenzione. Non brillante, ma piena di professionismo fra due squadre che hanno cercato d’interpretarla esattamente come l’avevano preparata. Come sempre in questi casi, sono rimasti fuori gli attaccanti, troppo soli. Né la Juve né il Napoli hanno mai portato molti giocatori nell’area avversaria. Dybala si è visto per palleggi in libertà a metà campo, Higuain per il nervosismo con cui mostrava di sentirsi tagliato fuori. Le squadre, i reparti veri, avevano altro da fare. C’era da controllare ogni mossa della partita, un lento sfinirsi di pensieri che non lasciano mai liberi ma chiudono i pericoli. Nessuno ha mai spinto davvero, nessuno ha cercato davvero il gol. Poi è successo tutto in un momento, come un cappello che vola via. Il gol di Zaza segna una superiorità che non c’è stata, ma lascia il Napoli al suo lato scolastico, alla poca attitudine a forzare la partita. Non ha cercato niente di più nemmeno la Juve. È come se le due squadre si fossero riconosciute un’equivalenza non superabile e avessero scelto di dare al resto del campionato il compito di scegliere. Poi il colpo di vento, così leggero e così quasi di passaggio da sembrare ingiusto. Ma c’è stato, è avvenuto. E nel calcio quello che avviene è sempre giusto, ha sempre un perché. Il Napoli per la prima volta in campionato è dietro la Juve. E la Juve per la prima volta è da sola in testa. Ma la storia chiaramente continua. Il Napoli si è accontentato di fare il suo compito, di mostrare alla Juve di essere all’altezza. La Juve l’ha anche accolto volentieri nella sua metà campo, preferisce sempre chi le lascia il contropiede. Ma per fermare la Juve, il Napoli ha pagato troppo, ha spento Insigne e Higuain, ha fatto correre Callejon nell’orbita di Pogba. È stato troppo tattico, troppo attento. Alla fine ha deciso un limite, ha segnato il terzo uomo, quello in più. Quello che ti sembra sempre di poter non avere, ma che fra grandi squadre spesso fa la differenza. Domina lui, Zaza. Alle sue spalle una Juve straordinariamente concentrata e attenta, ma non più forte del Napoli. Se il Napoli vorrà dare di più. Quello di ieri avrà sempre un punto in meno.