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 2016  febbraio 14 Domenica calendario

Smettiamola di perdonare a Razzi la sua mediocrità

Razzi nostri. Alcuni giorni fa, il dibattito parlamentare sulle unioni civili ha fatto registrare uno show del senatore forzista Antonio Razzi, in partenza per Sanremo. Eccone alcuni brani: «Noi ci sentiamo competenti al punto tale di assicurare ai bambini adottati da due padri senza una mamma oppure da due mamm senza un padre che essi non patiscano turbe di carattere pissicofisico tali da menomenarne la personalità…? Io dico di no… Personalmente mi ritengo a digiuno per quanto riguarda qualsiasi implicazione di carattere pissicofisico che possa influire negativamente sulla personalità del fanciullo... mi scuso per la mia ignoranza avvalorata in questo caso da una praxi di vita millenaria e cioè una donna, questo me lo concederete, se la scienza gli operatora pissicologiche infantile della pissichiatria e dei disturbi comportamento non sono stati interpellati… non credete che azzardiamo uno sconfinamento di competenza inresponsabbile?».
Facciamoci pure l’ennesima risata su Razzi (o chi per lui, non importa), pensiamo alla famosa lettera di Totò e Peppino, aspettiamo l’imitazione di Crozza, ma la domanda che dovremmo finalmente porci è questa: il Parlamento italiano ha bisogno di comici? In momenti difficili come questi, la pochezza di alcuni «eletti» viene fuori tutta, ma spesso siamo noi ad alimentare fenomeni da baraccone.
Forse, perdonando a certi parlamentari la loro mediocrità, assolviamo noi stessi.