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 2016  febbraio 14 Domenica calendario

All’India non piace Facebook

«L’ India è un obiettivo importante e non ci rinuncio, perché più di un miliardo di persone là non hanno accesso a internet». Di bello Mark Zuckberberg ha che non si rassegna facilmente. Anche dopo il no dell’autorità che regola le comunicazioni in India al suo sogno di uguaglianza digitale. E anche dopo le reazioni freddine da parte dell’opinione pubblica. Il numero uno di Facebook probabilmente si aspettava dalla rete proteste più convincente e invece nulla. Ma prima un passo indietro: la settimana scorsa l’autority indiana ha deciso che Reliance Communications, l’operatore tlc scelto da Facebook non potrà più offrire ai suoi clienti Free Basics, il servizio di Fb che garantisce l’accesso gratuito in mobilità a una serie di siti Internet per un periodo limitato di tempo. Qualcuno ha commento che gli indiani non si sono bevuti la favoletta filantropa del web per tutti. I più maligni semplicemente che non hanno trovato un accordo conveniente.
Eppure, “Zuck” ci ha investito moltissimo. Due viaggi in India, una anno di carteggio fitto fitto. Aveva perfino concesso 60 applicazioni in più. Alla fine di un lungo tira e molla Telecom Regulatory Authority of India ha concluso che Free Basics permette «una disparità di offerte in termini di prezzo che non è nell’interesse dei consumatori indiani». In sostanza, attivare una corsia preferenziale per siti e servizi scelti discrezionalmente dal social network è ritenuta una pratica discriminatoria nei confronti di chi ambisce a competere sul web.
La decisione è rilevante per gli azionisti del social network più popolato del mondo. Nuovi utenti su piattaforma mobile valgono oro in termini di pubblicità.
Ma il no indiano è rilevante anche perché chiama in causa il comportamento degli operatori sulla net neutrality. La domanda di fondo è sempre la stessa: è legittimo far correre su internet contenuti a diverse velocità? Per quanto condannata questa pratica continua a essere la tentazione irresistibile di alcune telco. Colpa dei margini in picchiata e dell’incapacità culturale di immaginarsi diversi da meri fornitori di connettività. Proprio per questo ad alcuni operatori a cui non è mai piaciuto Mark Zuckerberg toccherà fare il tifo per lui. O solo premere un like.