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 2016  febbraio 14 Domenica calendario

In morte di Antonin Scalia

Federico Rampini per la Repubblica

L’improvvisa morte del giudice costituzionale Antonin Scalia, il più conservatore della Corte suprema americana, apre la strada ad un ribaltone politico dalle conseguenze potenzialmente enormi. Scalia, 79 anni, italo-americano nominato da Ronald Reagan, era un membro influente del massimo organo della giustizia.È morto in Texas per un malore, dopo aver partecipato a una partita di caccia. La Corte suprema è stata un ostacolo per molte delle riforme di Barack Obama. L’ultima delle sue decisioni, pochi giorni fa, ha bloccato alcune delle norme ambientaliste volute dal presidente per limitare le emissioni di CO2 adempiendo agli impegni del vertice di Parigi.Scalia con gli altri membri nominati da presidenti repubblicani è stato un sostenitore della pena di morte e del diritto alle armi. Ha avuto un ruolo cruciale nella famosa sentenza “Citizen United” (nel 2010) che ha aperto la strada al finanziamento illimitato delle campagne elettorali da parte di grandi imprese e miliardari. Su aborto, matrimoni gay, Scalia scavalcava a destra altri giudici repubblicani.Primo italo-americano ad entrare nella Corte, Scalia era molto legato alla sua origine etnica e spesso partecipava a eventi della National Italian American Foundation (Niaf). La Corte ha nove membri, e decide a maggioranza. Oggi l’equilibrio è a favore dei giudici repubblicani. Obama prima di concludere il suo mandato ha quindi la possibilità di aggiungere un giudice democratico, alterando in modo decisivo l’equilibrio politico (5 a 4).La Corte è insieme con il Congresso il terzo polo del sistema politico americano, con un potere enorme. Fa parte di quell’equilibrio di “ checks and balance”, controlli e bilanciamenti, considerato come una forza della democrazia americana; ma che talvolta è diventata un fattore di paralisi. Perché il presidente possa nominare un nuovo giudice uno dei membri deve dimettersi, o morire. I giudici sono eletti a vita, solo loro possono decidere di farsi da parte.È stato detto che il potere di nomina dei giudici costituzionali è una delle armi più importanti in mano a un presidente. Si aprirà una battaglia politica furibonda, perché i giudici nominati dal presidente devono ottenere il via libera dal Senato. Poiché mancano solo 10 mesi alla fine del mandato di Obama, i repubblicani che hanno la maggioranza al Senato cercheranno di bloccare la nomina.
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