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 2016  febbraio 15 Lunedì calendario

Sfilare a meno 16 gradi in tempo reale sui social. Le ultime trovate della moda per i giovani che vogliono tutto e subito

Si parla di IWWIWWIWI alle sfilate di New York e dietro a questa sigla impronunciabile c’è un cambiamento epocale nel mondo della moda. Significa I Want What I Want When I Want It (letteralmente «voglio quel che voglio quanto lo voglio») ed è il mantra della cosiddetta smartphone generation, ovvero i giovani che passano la vita sui social media. «Vedono le sfilate in tempo reale su Instagram, Facebook, Twitter o Snapchat e non vogliono aspettare sei mesi per comprare i pezzi più interessanti: li vogliono subito» spiega Tommy Hilfiger che da tempo tenta di allineare i tempi dello show con quelli delle vendite. Per questo dal prossimo settembre le collezioni di Hilfiger saranno acquistabili immediatamente: il passaggio dalla passerella all’armadio potrà avvenire più o meno in tempo reale. Come se questo non bastasse sempre a settembre verrà presentata Gigi X Tommy, una capsule collection di 25 pezzi creati dallo stilista in collaborazione con Gigi Hadid, la top model californiana che è una star dei social media con più di 12 milioni di follower. Nel frattempo per la sfilata odierna Hilfiger ha creato il primo InstaPit della storia, ovvero una postazione dedicata agli instagrammer per celebrare la fusione dei social media con le foto di passerella. Se ne sente davvero il bisogno dopo aver assistito alla coreografia organizzata sulla gigantesca piazza del Lincoln Center per presentare Moncler Grenoble, la collezione tecnica da montagna del marchio del galletto. L’evento è costato 150 ore di prove per sincronizzare alla perfezione i movimenti di 80 atleti vestiti d’azzurro dalla testa ai piedi sugli ordini impartiti da una specie di generalessa in nero sul podio. Tra un avanti-marc e l’altro gli 80 si posizionano alle spalle della fontana, mentre davanti arrivano modelli e modelle con tutto quello che potresti desiderare per pavoneggiarti sugli sci, sullo snowboard oppure nel cosiddetto apres sky. Peccato che tutto questo si svolga all’aperto nella serata più fredda dell’anno a New York: 16 gradi sotto zero e un vento che taglia le orecchie. L’organizzazione provvede a dirottare gli ospiti nei foyer dei celebri teatri sulla piazza, ma per assistere alla performance bisogna pur affacciarsi dalle balconate e si muore di freddo. Il felice risultato è che la performance ci sembra una parodia delle parate militari nordcoreane, della moda non riusciamo a vedere niente ma desideriamo ardentemente fare un bagno nella cioccolata bollente che viene servita come antidoto al gelo. Fa freddo anche nel nuovo negozio aperto da Diesel in Madison Avenue: le temperature siberiane all’esterno provocano un guasto tecnico al riscaldamento. Per fortuna c’è talmente tanta gente che la temperatura risale in fretta e Renzo Rosso giustamente fiero racconta che questo è il tempio del denim, la fase finale dell’upgrade di Diesel iniziato due anni fa con l’arrivo del direttore creativo Nicola Formichetti. «Visto che adesso un paio di jeans costa minimo 240 dollari, diamo il massimo ai nostri clienti» spiega patron Renzo nei nuovi spazi concepiti come un appartamento di lusso con tanto d’ingresso, soggiorno pieno di tappeti persiani e cantina a vista in acciaio e vetro dove al posto delle bottiglie ci sono i capi in denim. Sulla facciata del negozio Diesel progettato dallo studio di architettura giapponese Wonderwall la malta cementizia cattura la luce per accelerare la naturale ossidazione atmosferica decomponendo gli elementi inquinanti dell’aria: un’idea geniale. Molto diversa e francamente cupissima l’atmosfera alla sfilata di Alexander Wang che si svolge in una chiesa sconsacrata su una musica rap che ripete all’infinito quanto sia buona la marijuana. Ragazzi e ragazze hanno abiti, cappelli e perfino calze con scritte tipo Gender, Tender, Girl e County ben in vista. Borchie, spilloni e aria da maladetto/a della porta accanto hanno avuto ben altri cantori in epoca punk. Molto più riuscita la collezione di Victoria Beckham con quel bon ton da eterna ragazza che saggiamente non scivola nello stile da signora bene.