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 2016  febbraio 15 Lunedì calendario

«La Raffaele è la più brava ma perché prova e studia». Intervista a Serena Dandini

Fermi tutti, ferma tutto. “Per favore partiamo da Virginia Raffaele”. Imperdibile. “La più brava”. Coro unanime, ha vinto lei il Festival di Sanremo. “Una fuoriclasse assoluta”.(Serena Dandini scende dall’aereo, torna da Parigi, “città di testoni straordinari, dopo gli attentati sono ripartiti ancora più forti, determinati. Amo quella città, ma il momento internazionale resta opaco”).
La Raffaele salvezza della satira italiana, Crozza escluso.
Mi ricordo ancora la prima volta nella quale l’ho vista: una folgorazione.
Una predestinata, quindi…
L’ho amata da subito, da quando si è presentata al laboratorio teatrale dell’Ambra Jovinelli di Roma insieme al suo gruppo di allora. La presi da parte e le dissi: “Ma perché non provi da sola?”.
Cosa l’aveva colpita?
Una meravigliosa fisicità, plasmata grazie all’esperienze circensi della famiglia.
Per imitare Belen come lei, uno normale metterebbe a repentaglio menisco, legamenti e altro.
Lei no. E poi ribalta uno stereotipo classico, secondo il quale le donne, per strappare una risata, devono apparire brutte, devono risultare “cozze”. Al contrario Virginia e Paola Cortellesi sono bellissime.
Qualche anno fa lei ha parlato della necessità di studiare, approfondire. Il “caso” non esiste.
Infatti riescono ad andare avanti solo coloro i quali studiano, si applicano, anche a costo di apparire pallosi, secchioni. I più bravi li ho visti provare all’infinito, applicare la formula del “non dare nulla per scontato”. Ciò non toglie la possibilità di improvvisare.
Mentre oggi in televisione accade spesso il contrario.
Altri tempi, in Tv funziona più il cotto e mangiato, il bene, bravo, bis, avanti un altro; funziona il tormentone, il comico, o pseudo tale, che trova la frase simpatica e la ripete all’infinito, la piazza ovunque fino a quando il pubblico non ne scopre una nuova, pronunciata da uno nuovo. E addio. Di Crozza ce n’è uno solo.
Un perfezionista.
Lo conosco da una vita, e in ogni suo spettacolo o show percepisci quanto lavoro c’è dietro: è realmente un numero uno.
A breve, su Sky, torna Corrado Guzzanti.
Il numero uno, con “IL” maiuscolo.
Spesso latitante.
Resta tale, anche se esce poco di casa, anche se potrebbe offrire di più. La sua qualità è indiscutibile e aspetto il suo nuovo lavoro.
Torniamo alla Raffaele: per settimane si è parlato se era o meno il caso di portare il “suo” ministro Boschi a Sanremo.
L’imitazione su richiesta è uno dei momenti più fastidiosi di questa professione.
Il punto è un altro, il governo Renzi sembra intoccabile.
Oddio, se prende il tasto della censura penso subito a quanto mi hanno rotto per la gag del water e Silvio Berlusconi.
Telefonate e pressioni…
Continue, una situazione assurda, quando poi, intercettazioni alla mano, si è letto e saputo di situazioni molto più gravi rispetto alle nostre gag.
Però nel ventennio berlusconiano avete avuto un’opinione pubblica a supportarvi.
Sì, ed era fortissima, era il mio vero editore di riferimento.
Pochi giorni fa, sulle pagine del Fatto, è apparsa una dura polemica tra Andrea Scanzi e Daniele Luttazzi su dove è finita la satira, se è morta o meno.
Si è desertificata una scuola. Ai tempi di Avanzi, quando c’erano i provini, i ragazzi buttavano il cuore oltre, azzardavano, mentre ora si auto-censurano, è come se prima di salire sul palco, si dicessero: “Perché devo procurarmi un problema?”
Torniamo al punto di prima: meglio non toccare certi argomenti.
Però una piccola-grande soluzione già è in atto: il web.
Lì passa qualunque realtà.
E gran parte del pubblico lo ha capito: la Rete dà meno pressioni, meno responsabilità, è possibile azzardare; è la nuova factory dalla quale sono uscite delle belle novità.
Qualche nome dalla Dandini talent-scout.
Non dico nulla di nuovo se le cito the Jackal, The Pills o il Il Terzo Segreto di Satira. Ah, anche Edoardo Ferrari.
Senta, però non può non aver notato la differenza di trattamento dei comici tra i governi di Berlusconi e quello attuale.
Sull’ex Cavaliere di battute ne abbiamo prodotte fino alla nausea.
Con Renzi non siamo neanche all’antipasto.
C’è Crozza, bravissimo, lo imita alla grande.
Oramai è la foglia di fico della risata. Del centro-sinistra al governo non si ride.
Più centro, parlare di sinistra al governo è un parolone. E comunque la situazione è molto più complicata.
Da che punto di vista?
Sono cambiati i tempi, la fase storica, soprattutto internazionale. E inoltre sono mutati i protagonisti da imitare o sui quali sorridere.
Siamo in una sorta di sur place della risata.
Eh sì, mancano le “maschere” politiche di un tempo, protagonisti conosciuti e sui quali lavorare, è cambiato tutto, è normale aspettare le fasi giuste per assestarsi.
Da due anni c’è un governo.
Infatti ora la situazione è più stabile e qualcosa inizia a uscire.
E magari torna Serena Dandini.
Guardo, esco, aspetto. A ottobre è uscito il mio ultimo romanzo (Il futuro di una volta, Rizzoli), poi ho in testa un progetto legato alle mie ragazzacce, dal titolo “Caccia alle streghe”, anche perché, diciamolo, gli uomini sono in decadenza.
A proposito di uomini: tra pochi giorni Bruno Vespa festeggia i vent’anni di Porta a Porta, e proprio Vespa è uno dei suoi giornalisti meno amati…
Non vedo l’ora (e ride). Speriamo non sia in coincidenza della puntata di Chi l’ha visto, la mia trasmissione preferita.