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 2016  febbraio 15 Lunedì calendario

Conti pensa già al suo terzo Festival

La conduzione del prossimo Festival è già risolta: niente voci, niente attese, nessuna pausa di riflessione. Sul palco ci sarà ancora lui per la terza volta di fila: Carlo Conti entra così nel pugno di conduttori che hanno ripetuto l’anno per più volte consecutivamente. Dei somari al contrario. Cinque volte per Baudo e Mike, quattro per Nunzio Filogamo, tre per Cecchetto.
«Visto che è andato tutto bene, cercheremo di fare il terzo Festival», annuncia Conti. Si sapeva già che sarebbe stato il direttore artistico di Sanremo2017, ma stava a lui decidere se accettare o meno anche l’opzione sulla conduzione. «Ho accettato – spiega – perché ho capito che è difficile immaginare di fare il direttore artistico di un Festival condotto da qualcun altro. Cercherò di rivedere la formula, ma se ci metto la firma, devo anche metterci la faccia».
Cortese e garbato (piace per questo), non si sbilancia sul podio delle sue canzoni preferite: «Non le ho ancora sentite bene...» ride. Spiega la sua posizione sulle unioni civili che sono state sullo sfondo arcobaleno di questo Festival: «Ognuno è libero di fare quello che vuole. Faccio mia una frase: la libertà di una persona finisce dove inizia quella degli altri». Su Virginia Raffaele dà la sua personale classifica: «Mi sono piaciute tutte e quattro le sue imitazioni. Se devo scegliere, le parodie delle prime due sere con il contrasto tra la prorompente energia di Sabrina Ferilli opposta a Carla Fracci».
Svela due retroscena. Il primo: «Avevo proposto a Pippo Baudo di fare il DopoFestival. Questa era la primissima idea. Dopo un primo momento di straordinario entusiasmo da parte sua, Pippo ha fatto una riflessione: ne abbiamo riparlato e ci ha ripensato». Il secondo: «Sembrava fatta con i Duran Duran per il sabato, era tutto organizzato ma poi la trattiva è saltata. Beh, se non altro in questo modo abbiamo risparmiato qualcosa...».
Si parla di soldi e tocca al direttore di Rai1 Giancarlo Leone tracciare il bilancio economico del carrozzone: «Non solo per gli ascolti, è un Festival dei record – analizza —. Questa edizione è costata 15 milioni e mezzo di euro a fronte di ricavi pubblicitari netti di 21 milioni di euro, a cui aggiungere i ricavi commerciali: un milione di euro che per la gran parte è arrivata dalla vendita dei biglietti per l’ingresso all’Ariston. Il saldo positivo è dunque di 6 milioni e mezzo di euro. Considerando che fino a 3 anni fa i costi superavano i ricavi, sono particolarmente orgoglioso di questo percorso virtuoso e del saldo decisamente positivo».
L’anno prossimo difficile invece che possa esserci ancora Gabriel Garko: per il supervalletto in genere non è previsto il ritorno sul luogo del delitto. Incespicante sul palco, ma sportivo – molto – con le critiche: «È stata un’esperienza indimenticabile, un’avventura meravigliosa. Volevo fare un ringraziamento a tutti perché nonostante quello che è successo due settimane fa nessuno in questi giorni l’ha menzionato (il riferimento è all’esplosione nella villa dove alloggiava a Sanremo dove ha perso la vita la proprietaria, ndr ). Siete stati cattivi nel modo giusto, avete scritto e detto delle cattiverie bellissime, per farmi reagire e lottare contro i miei impacci e le mie paure».
Capitolo ascolti. Sono stati praticamente identici a quelli dell’anno scorso: la media delle cinque serate è stata di 10 milioni 746 mila spettatori (share del 49,5%, il più alto degli ultimi 11 anni) contro i 10 milioni 837 mila spettatori (48,6%) dell’anno scorso. La serata finale è stata vista da 11 milioni 223 mila spettatori (52,5% di share), il picco alle 22.46 alla fine dell’esibizione in stile Amici miei dei tre fiorentini (Conti raggiunto da Panariello e Pieraccioni) con 14 milioni 530 mila spettatori. Lo share più alto all’1.25 con il 74% alla proclamazione dei vincitori.