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 2016  febbraio 15 Lunedì calendario

Sbarre segate, lenzuola calate. A Rebibbia due romeni evadono in vecchio stile

Avevano studiato tutto nei minimi particolari. Come in un film. E hanno sfruttato uno fra i momenti più delicati della giornata: il rientro in cella dall’ora d’aria. Così ieri alle 18.30 due detenuti romeni sono riusciti a evadere dal carcere di Rebibbia Nuovo Complesso. E non sono i primi.
A Catalin Ciobanu, 33 anni, condannato per omicidio preterintenzionale e sequestro di persona – in cella per la morte di un commerciante egiziano incaprettato a Fidene nel 2014 – e a Florin Mihai Diaconescu, di 28 (rapina e ricettazione per lui), danno la caccia polizia, carabinieri e penitenziaria. Posti di blocco sono stati organizzati per tutta la nottata soprattutto nella periferia est della Capitale, visto che i due sono scomparsi su via Tiburtina dopo essersi calati con lenzuola annodate da uno dei muri di cinta del complesso. Ma sono stati controllati anche le stazioni e i capolinea dei bus che portano fuori dalla Capitale. E i luoghi frequentati dai due, i contatti, le parentele. Le ricerche sono state poi estese alle frontiere: il sospetto è che Ciobanu e Diaconescu siano stati prelevati da qualcuno.
Solo due anni fa un’altra coppia di evasi – erano romani – fu rintracciata dopo poche ore: anche loro avevano usato le lenzuola e una lima per segare le sbarre di una finestra. E l’anno scorso sempre in due (ma in episodi diversi) hanno tentato la fuga infilandosi nei mezzi per la raccolta dei rifiuti.
Ciobanu e Iaconescu sono spariti dal reparto G11. Detenuti-lavoratori, ritenuti «a bassa pericolosità», si trovavano in quell’area perché avevano accesso a un magazzino. E proprio lì hanno sfondato le sbarre della finestra (forse già indebolite di proposito) per ritrovarsi sui passeggi dei reclusi. Hanno quindi scavalcato una recinzione e poi il muro. Il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria e la direzione di Rebibbia indagano per capire come i romeni siano riusciti a evadere.
I sindacati della penitenziaria sollecitano invece un aumento degli organici nelle carceri. Per Massimo Costantino (Cisl Fns) «a Rebibbia ci sono 157 detenuti in più rispetto ai 1.235 previsti», e Donato Capece (Sappe) rivela: «Ieri c’erano solo due agenti per controllare 150 reclusi. C’è una grave situazione di sotto organico».