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 2016  febbraio 15 Lunedì calendario

Un altro morto per meningite in Toscana

Sotto la pioggia in coda per vaccinarsi contro il meningococco C che ha già ucciso in Toscana tre persone dall’inizio del 2016 e altre sei nel 2015. A Pistoia ieri quasi quattrocento persone sono rimaste in fila con gli ombrelli aperti in attesa di entrare nella Casa della salute di Pistoia per il “Vaccino day” organizzato dai medici di famiglia dell’azienda sanitaria che hanno invitato i cittadini a partecipare prenotandosi per tempo. Nelle stesse ore a pochi chilometri di distanza moriva nell’ospedale di Prato un pensionato di 71 anni che dal 3 febbraio stava combattendo contro il batterio killer. L’uomo, che era dirigente della società di calcio Prato Sport, sembrava in via di miglioramento. Ma le sue condizioni, fa sapere la Asl di Prato, sono precipitate in seguito ad una «improvvisa complicanza cardiaca, che ha determinato il decesso del paziente, nonostante le cure profuse dai sanitari». Ma intanto si conta la terza vittima in neppure due mesi. Sono 41 in totale i ricoveri per meningite C segnalati dall’inizio del 2015 ad oggi in Toscana e le età dei pazienti varia dai 9 agli 82 anni.
L’escalation dei casi preoccupa molto l’assessore regionale alla Sanità Stefania Saccardi che ha chiesto e ottenuto dal ministro Lorenzin un robusto contributo di 30 milioni per estendere la protezione immunizzante. E così domani la giunta toscana approverà la delibera che dà l’avvio alla vaccinazione gratuita per un milione di persone, ossia tutti gli abitanti nelle province di Firenze, Prato e Pistoia, quelle che registrano per il momento il maggior numero di casi. Finora le fiale venivano distribuite a costo zero solo agli under 45, mentre per tutti gli altri era previsto il pagamento di un ticket di 58 euro (in farmacia il vaccino costa quasi il doppio).Pistoia si propone come modello di efficienza. «Si tratta di un impegno che vuole sostenere la campagna straordinaria contro la meningite promossa dalla Regione», spiega la dottoressa Lara Romagnani, coordinatrice dell’iniziativa che verrà ripetuta il 6 marzo. Non tutti i medici di base nella zona più colpita dal batterio hanno aderito con lo stesso entusiasmo. Nonostante il boom di richieste che piovono sugli ambulatori (il ritmo è di 1500 telefonate al giorno) ci sono ancora molti medici che rifiutano di iniettare la dose ai loro pazienti. A Firenze addirittura uno su due, una defezione di massa che ha spinto il presidente dell’Ordine Antonio Panti a minacciare sanzioni disciplinari per chi non fa il vaccino. Le prime 150mila dosi comunque sono già in arrivo.