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 2016  febbraio 15 Lunedì calendario

E ora, con Obama in scadenza, chi nomina il successore di Scalia?

La morte improvvisa del giudice costituzionale Antonin Scalia, il più conservatore della Corte Suprema, scatena un’aspra battaglia per il controllo del massimo organo della giustizia americana. In piena campagna elettorale un altro scontro tra democratici e repubblicani aumenta la posta in gioco. Ora tutti gli equilibri politici sono in palio. Barack Obama annuncia: «Eserciterò le mie responsabilità costituzionali, nominerò un successore tempestivamente». Ma poiché una nomina di Obama ribalterebbe i rapporti di forze, instaurando alla Corte una maggioranza di giudici democratici (5 a 4), da parte repubblicana è partito il fuoco di sbarramento. Donald Trump, Ted Cruz e Marco Rubio, i candidati in pole position per la nomination all’elezione presidenziale, hanno tutti diffidato il presidente dall’effettuare la nomina. «La morte di Scalia – ha detto Trump – è un colpo tremendo per la causa dei conservatori. Non resta che rinviare, rinviare, rinviare». Messaggio ricevuto: il leader dei repubblicani al Senato, Mitch McConnell, si è allineato: «È giusto che siano gli elettori americani a decidere, scegliendo il prossimo presidente».
Poiché la nomina deve essere ratificata dal Senato, dove i repubblicani hanno la maggioranza, si prospetta un lungo braccio di ferro, con la tensione politica ai massimi tra la Casa Bianca e il potere legislativo. Negare a Obama una prerogativa presidenziale a dieci mesi dalla fine del suo mandato, è un attacco senza precedenti all’esecutivo. La Corte Suprema, la cui agenda è ricca di appuntamenti cruciali, rischia la paralisi essendo ora in parità 4 a 4. I democratici per bocca del leader di minoranza al Senato Harry Reid denunciano un ostruzionismo «senza basi legali». Tutto ciò accresce ancora la posta in gioco nel voto di novembre: oltre a scegliere il prossimo presidente e a rinnovare il Congresso, gli elettori americani di fatto potrebbero anche designare il nuovo equilibrio nella Corte Suprema. Il massimo tribunale ha poteri molto più estesi di altre Corti Costituzionali, per via dell’architettura della democrazia americana fondata su “checks and balances”, controlli e bilanciamenti tra ramo esecutivo legislativo e giudiziario.Lo scontro è accentuato dalla consapevolezza che Scalia non fu un giudice qualunque. Nominato dal presidente Ronald Reagan nel 1986, Scalia acquistò rapidamente un ascendente sui suoi colleghi repubblicani, imponendosi come il più intransigente. Cattolico convinto, anti-abortista, difensore della pena di morte e del diritto alle armi, avversario dei matrimoni gay e della “affirmative action” per le minoranze etniche: in ogni battaglia era sempre schierato contro le riforme progressiste. Poiché i 9 giudici costituzionali sono nominati a vita, nessuno aveva previsto questa opportunità per Obama (che finora ha eletto due giudici donne ma in sostituzione di altrettanti democratici). Scalia è morto per un malore durante il sonno, dopo una partita di caccia in un ranch del Texas.L’importanza della Corte è sottolineata dal ruolo che giocò nei capitoli cruciali nella storia americana. Lo scontro più memorabile con un presidente risale al democratico Franklin Delano Roosevelt durante la Grande Depressione. Anche allora la Corte era di segno conservatore e volle bloccare molte riforme del New Deal. Roosevelt tentò quello che all’epoca fu considerato quasi un golpe istituzionale, aggiungendo nomine di giudici oltre il tetto abituale. Lui fu sconfitto in quell’operazione ma la Corte cominciò a comportarsi in maniera meno ostile alle sue riforme. Negli anni Sessanta le sentenze costituzionali furono decisive nello scandire i tempi delle grandi riforme sui diritti civili. Nel pasticcio elettorale del 2000 i giudici a maggioranza repubblicani “regalarono” la Casa Bianca a George W. Bush malgrado che la vittoria spettasse al democratico Al Gore.I rapporti tra Obama e la Corte sono stati alterni. Grazie al ruolo di ago della bilancia esercitato dal “chief justice” (un primus inter pares) John Roberts, repubblicano, talvolta la Corte ha avallato le riforme di Obama: sanità e matrimoni gay. Di recente però gli ha bloccato le misure per ridurre le emissioni di CO2, con le quali Obama voleva mantenere gli impegni presi alla conferenza di Parigi sul clima. La sentenza più gravida di conseguenze politiche in tempi recenti è stata Citizen United del 2010: la maggioranza repubblicana sancì una libertà pressoché illimitata dei finanziamenti privati alle campagne elettorali. Citizen United ha consentito un boom nelle donazioni di grandi imprese e banche. Uno dei cavalli di battaglia del candidato democratico Bernie Sanders, è la denuncia di questi finanziamenti come «una corruzione della democrazia americana».