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 2016  febbraio 14 Domenica calendario

Giulio Regeni fu scambiato per una spia • La donna che ha sparato al figlio di sei anni e poi s’è suicidata • La sorella del legale di Buffon: «Ho deciso io la sua morte» • Gli italiani sono favorevoli alle unioni civili ma il 54 per cento non vuole le adozioni • A Sanremo trionfano gli Stadio

  Regeni Ancora strazianti dettagli dell’autopsia del corpo di Giulio Regeni: «Sette costole rotte, segni di scosse elettriche sui genitali, lesioni traumatiche e tagli inferti con lame affilate su tutto il corpo, lividi e abrasioni e anche un’emorragia cerebrale». Intanto il New York Times ha rivelato che Regeni sarebbe stato arrestato da agenti di una non precisata agenzia di intelligence. Un’ammissione anonima, la prima, che proverrebbe da tre funzionari della sicurezza egiziani intervistati separatamente dal quotidiano. I tre dicono che Regeni quella sera sarebbe stato arrestato perché durante il controllo per strada «era stato maleducato e si era comportato come un duro», aggiungendo che, una volta controllato il suo telefono, gli agenti avrebbero trovato i contatti di persone legate alla Fratellanza musulmana e al Movimento di sinistra 6 Aprile. «Hanno pensato che fosse una spia. Dopotutto, chi viene in Egitto a studiare i movimenti sindacali?» (Serafini, Cds).

Delitto Giosuè Lucaroni, 6 anni. Di Macerata, «vispo, intelligente, dolcissimo», figlio di Lorenzo Lucaroni, 39 anni, geometra, e di Laura Paoletti, 32 anni, contabile, co-titolare della ditta del padre, la fabbrica di scatolame “Carto tecnica Idealbox”, a detta di tutti donna gioiosa, determinata, equilibrata. Un anno fa i genitori si erano separati e i rapporti erano precipitati. Lui voleva vedere il bambino, lei, che con Giosuè aveva un legame quasi morboso, non era d’accordo. Lei s’era rivolta ai carabinieri denunciandolo per stalking, però non erano stati ravvisati elementi tali da far scattare l’indagine della procura. Lui aveva controdenunciato la donna poiché si rifiutava di fargli vedere il figlio e perché, secondo lui, non era in grado di occuparsi del bambino: inidonea per problemi psichiatrici, questo aveva dichiarato attraverso il suo legale per poter ottenere l’affidamento di Giosuè. Da qualche tempo le cose sembravano andare meglio: i due avevano raggiunto un primo accordo davanti al giudice e lui poteva stare con il bambino per qualche ora. Ma qualche giorno fa, a detta di un’amica, Paola aveva ricevuto un messaggio in cui l’ex giurava che avrebbe fatto di tutto per portarle via Giosuè, che si stava rivolgendo al Tribunale dei Minori e che avrebbe vinto lui. Sabato 13 gennaio avevano appuntamento alle 16 nella casa del padre di lei, dove la donna viveva col figlio in attesa di trasferirsi in una casa di campagna che stava ristrutturando. Prima delle 14, però, lei prese un fucile da caccia calibro 12, sparò a Giosuè in piena fronte, e subito dopo si puntò l’arma alla gola e fece fuoco. A trovarli cadaveri in una pozza di sangue fu il padre della Paoletti. Sabato 13 gennaio in un appartamento in uno stabilimento di Sambucheto, nella zona industriale di Recanati (Macerata).

Corini Marzia Corini, arrestata con l’accusa di aver ucciso per l’eredità, con un’iniezione di morfina, il fratello Marco Valerio Corini, malato di cancro, il 25 settembre del 2015 (vedi Fior da fiore di ieri), è stata intercettata mentre al telefono diceva a un’amica: «Hai capito che se io non lo avessi sedato quel giorno, lui non sarebbe morto?». «Ha scherzato con me quella mattina — il giorno della morte — siamo andati in bagno... No, non sarebbe mai morto, ne quel giorno, ne dopo un settimana». «Non ce la facevo più a vederlo stare male, ma non volevo fargli sapere quando sarebbe finita». «Una settimana primo gli ho chiesto: Marco, devi dirmi tu quando non è più tollerabile la tua vita. E lui mi ha risposto “ho ancora il piacere di vedervi”. L’amica le risponde che gli ha risparmiato delle sofferenze, lei aggiunge. «È stata una mia decisione», secondo la procura la prova dell’omicidio. Il gip descrive Marzia come una sorta di “dottor Morte”. «Ha praticato l’eutanasia con il padre, forse di altre persone, tanto che in una conversazione fa riferimento a una situazione simile e si rammarica di essersi trovata all’estero quando aveva la necessità di sedare il congiunto di un’amica» (Origone, Rep).

Sondaggio Il 52% degli italiani si dichiara molto (31%) o abbastanza (21%) d’accordo sulla possibilità per le coppie omosessuali di avere diritti e doveri simili a quelli previsti per il matrimonio. Di parere opposto il 44% che risulta poco (17%) o per nulla (27%) d’accordo. Solo il 4% non ha un’idea. Il consenso prevale tra gli elettori del Pd (61%) e dei 5 Stelle (59%), mentre tra quelli delle liste di centro e leghisti prevale nettamente la contrarietà: 71% tra i primi e 63% tra i secondi. Gli elettori di Forza Italia paiono più divisi: 49% i contrari e 44% i favorevoli. Sulla stepchild adoption, i contrari rappresentano il 54% (-1% rispetto a un mese fa) e i favorevoli il 39%. In questo caso gli unici elettori tra i quali prevale il consenso sono quelli del Pd (53% favorevoli e 43% contrari) mentre quelli del M5s sono molto divisi: 49% contrari e 47% favorevoli. Tra tutti gli altri elettorati prevale nettamente la contrarietà (Pagnoncelli, Cds).

Sanremo La sessantaseiesima edizione del Festival di Sanremo è stata vinta dagli Stadio col brano Un giorno mi dirai. Seconda Francesca Michielin, terza la coppia Giovanni Caccamo-Deborah Iurato.

(a cura di Roberta Mercuri)