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 2016  febbraio 13 Sabato calendario

Intervista a Virginia Raffaele che a fine serata chiede sempre alla mamma: «Com’era?»

L’unico con una tenda nera sulla porta per proteggere i travestimenti. Si lima le unghie. «Mi fa vedere le mani per favore?». Attimo di perplessità, ma ne afferra una lei. «Ok, tutto bene. Altrimenti avrei dato una limatina anche a lei. Mi rilassa». La Raffaele è la regina del Sanremo bis di Conti, talento incredibile, osservatrice acuta, viene da una famiglia speciale: «Lavoravano tutti nel circo: nonna cavallerizza e acrobata, i suoi fratelli equilibristi. Sono stati i miei nonni a fondare il Luna Park dell’Eur di Roma». Virginia è cresciuta lì, tra il tiro a segno e le giostre. Ama la gente, lo spettacolo era nel destino. Le fermano i capelli con le forcine – Laura Tosini Valeria Coppo e Bruno Biagi sono i maghi che la trasformano, la costumista Susanna Ausoni fa il resto. La Ferilli, la Fracci, Donatella Versace, Belén, che ha proposto ieri sera: non sbaglia un colpo.
Virginia, è soddisfatta?
«La soddisfazione è che Bolle mi ha chiesto di fare un passo a due».
Avete stabilito con Carlo Conti i personaggi?
«Abbiamo pensato a un ventaglio, volevo sperimentare nonostante il rischio… Mi pare ci sia stata una bella risposta».
Perché Carla Fracci?
«Ce l’avevo nel cuore. Ho studiato danza, la Fracci ha fatto la storia della danza, me la sono sentita bene addosso».
In scena si capisce che ha una grande sicurezza fisica.
«Gioco col corpo, ma la mia Fracci è più vicina alla clownerie che all’imitazione ferma, studio la prossemica, i tic. Sono parodie. Faccio fare e dire ai personaggi cose che non fanno e non dicono ma potrebbero».
La sua Donatella Versace minacciava di lanciare una scimmia al grido “rock’n’roll!”.
«Ahhh. Ma Donatella è rock, io la vedo così, è una personalità forte, mi divertiva la citazione della Meryl Streep di La morte ti fa bella ho virato sulla chiave autoironica sulla chirurgia».
La vera notizia è che ha apprezzato: se l’aspettava?
«Ormai non mi aspetto più niente. Sono piacevolmente stupita dalla sua risposta e anche dalle parole della Fracci. Le ringrazio».
Virginia, dicono che sia una perfezionista, una secchiona.
«Il coreografo Mainini è rimasto colpito. Anche con il micro numero provo e riprovo».
L’anno scorso ospite, oggi co-conduttrice ma il pubblico la sua vera faccia non l’ha ancora vista.
«Sto studiando il personaggio di Virginia Raffaele, e ancora non becco la camminata». Che effetto fa essere definita la “vincitrice del festival”? «Qua dentro non ho la percezione di quello che accade. Ci cresci con Sanremo, è casa. Ma è strano viverlo».
Con Conti improvvisate?
«Carlo è una spalla perfetta, ha i tempi: lo scopo è farlo ridere. Quando vedo che ride vado sicura. Con la Versace s’è impicciato pure lui che non sbaglia mai. Dietro c’è il lavoro con i miei autori, Giovanni Todescan che firma lo spettacolo Performance con cui sarò a Roma la prossima settimana. Ma a Sanremo mi dà una mano anche Federico Taddia».
Dopo la puntata chi chiama?
«I miei genitori. La prima platea sono loro. Chiedo a mamma: com’era? Dice sempre la verità. L’altra sera mi fa: “La Versace non m’interessava, invece era forte, mi sono divertita”».
Si è definita “ladra di facce”: tecnicamente come nascono? Ora ha una calotta in testa e le treccine ai lati.
«Noi lo chiamiamo “l’accrocchio”. Quindi mi truccano. Prima mi passano l’alcol sul viso».
L’alcol?
«Per forza, altrimenti la colla per le protesi non prende bene. L’ha capito sì che a 40 anni sarò morta...».
Farà Maria Elena Boschi?
«Bisogna sentire se il babbo ci dà l’ok».