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 2016  febbraio 10 Mercoledì calendario

La Cagnotto ha paura di Zika: «Voglio avere un figlio e questa maledetta zanzara che infesta le mie notti e i miei sogni…». Ma intanto parte per Rio

In palio, tra dieci giorni, ci sono 136 pass per agosto. Dal 19 al 24 febbraio, nel complesso Maria Lenk Acquatic Centre di Rio de Janeiro, i tuffatori di tutto il mondo tenteranno di ottenere la chance olimpica. Ci sono anche nove italiani, che partiranno domani sera, tra cui Tania Cagnotto.
Arriva al momento giusto, questa 20a edizione della Coppa del Mondo di tuffi.
«Caspita, che colpo di fortuna…».
Si riferisce ovviamente a Zika…
«E a chi sennò? A questa maledetta zanzara che infesta le mie notti e i miei sogni…».
Lei parte domani sera.
«Esatto. Gareggeremo all’aperto, all’Acquatic Centre di Rio de Janeiro».
È preoccupata.
«Certo che lo sono. Come non potrei? Quale donna di buon senso non lo sarebbe?».
Eppure il ministro brasiliano della Sanità ha assicurato tutti: per le Olimpiadi nessun problema, ha detto.
«Mi fa molto piacere, solo che c’è un piccolo dettaglio, per quanto mi riguarda, ed è quello che io – come tanti altri atleti parta e sia in Brasile proprio in questi giorni di grande caos».
Quindi che fa? Si tuffa con lo scafandro?
«Oppure mi tuffo con il costumone…».
Ma non si può.
«E quindi si cercherà di fare attenzione».
Lei poi, non è un segreto, chiude con lo sport dopo queste Olimpiadi.
«È così».
E si sposa a settembre, all’Isola d’Elba. Giusto?
«Esatto anche questo».
E, dulcis in fundo, ha persino manifestato forti intenzioni di maternità.
«Proprio così, è una delle mie priorità non appena conclusa la mia carriera sportiva».
Ed ora una Zika qualunque…
«Potrebbe sconvolgere la mia vita, e quella del futuro bebè, visto che gli effetti più gravi del virus finora si sono avuti proprio sui nascituri».
Con Stefano, la sua futura metà, ne avete parlato?
«E ci mancherebbe altro. Certo che ne abbiamo parlato, ci siamo informati e documentati. Abbiamo riflettuto».
Come?
«Beh, tanto per dire: la mia futura cognata è medico».
Ah, quindi è in una botte di ferro.
«Magari fosse così. Non esistono premi Nobel della medicina al momento in grado di prevenire questo problema, come d’altronde leggiamo in questi giorni, no?».
Lei poi era già sfuggita all’uragano Katrina, negli Usa nel 2005...
«Sì, ma qui è tutt’altro problema…».
La dottoressa cosa le ha consigliato?
«Di usare repellente a gogò. E di vestirmi e andare in giro con vestiti molto chiari».
E basta?
«Poi, quando torno dal Brasile, farò degli esami per vedere se sono riuscita a scansare la puntura di questa zanzara maledetta».
Sportivamente come sta?
«Con il mal di schiena, grazie».
Accidenti, ma le hanno fatto il vudù?
«Comincio a crederlo. Oppure sono solo gli anni che passano...».
Scherzi a parte, ma la preparazione invernale?
«Ah, in questi mesi ho lavorato duro, molto duro».
Perché, negli anni passati no?
«Onestamente? Me l’ero presa un po’ comoda. Ops, forse questa proprio non dovevo dirla...».