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 2016  febbraio 10 Mercoledì calendario

Paradossi/2. Jean-Marc Rouillan, l’ex terrorista francese in semilibertà che interpreta se stesso in un film

Un road movie che parla di rivoluzioni passate e future, della lotta armata, di una sovversione alle porte. Ogni riferimento a persone realmente esistite non è casuale.
Perché l’ex terrorista Jean-Marc Rouillan interpreta se stesso nel film Faut savoir se contenter de beaucoup (Bisogna sapersi accontentare di molto). È la prima volta che il leader di Action Directe, 63 anni, appare su grande schermo. Condannato all’ergastolo nel 1987 per l’omicidio dell’ingegnere militare René Audran e di Georges Besse, presidente di Renault, era stato liberato con la condizionale nel 2007. Qualche mese dopo era tornato in prigione perché aveva rilasciato un’intervista all’Express in cui rifiutava di “pentirsi” del suo passato nella lotta armata. Dal maggio 2012 è di nuovo in regime di semi-libertà ma con l’obbligo di non esprimersi sul terrorismo e sui fatti per cui è stato condannato.
Il film diretto da Jean-Henri Meunier tenta di aggirare il divieto con la scusa della fiction.
La pellicola, che esce oggi nelle sale francesi, racconta l’improbabile incontro tra un ex terrorista e un vecchio anarchico belga, provocatore di professione: Noël Godin, 70 anni, noto per aver lanciato torte in faccia ad alcune personalità, da Nicolas Sarkozy a Bill Gates. I due ribelli ormai sul viale del tramontano, cominciano un viaggio da Parigi a Marsiglia e poi a Bruxelles. Strada facendo, scambiano riflessioni politiche e sociali, incrociando le attiviste di Femen o i ragazzi di
Sivens, nel centro della Francia, dove un collettivo lotta contro la costruzione di una diga e un giovane è stato ucciso due anni fa dalla polizia.
«Per me è un modo di essere qualcun altro visto che i giudici non mi autorizzano a essere me stesso. Sono costretto a fare un po’ l’attore», spiega Rouillan che confessa di essersi molto divertito in questo esercizio di dissimulazione.
Il film scorre senza una vera sceneggiatura. Nei dialoghi improvvisati, Godin e Rouillan hanno due visioni opposte di come organizzare la contestazione al sistema: più radicale per Rouillan, più grottesca per Godin. Alla fine comunque i due protagonisti lanciano un appello ai giovani per una «rivoluzione comica». Tra i suoi ex compagni di Action Directe, Rouillan è quello che ha passato più anni in prigione. Ora vive a Marsiglia e lavora in una falegnameria ma è anche un autore prolifico: ha pubblicato diversi romanzi, molti collegati all’universo carcerario.