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 2016  febbraio 10 Mercoledì calendario

Paradossi/1. Liviana Tosi, l’ex di prima linea che fa la volontaria nel carcere titolato Giuseppe Lorusso, una delle vittime del gruppo a cui apparteneva

«Perdonare è impossibile. Ma se qualcuno ha ritenuto giusta la visita di Liviana Tosi nel carcere dedicato a mio padre, mi affido a loro e alle loro scelte. Certo fa effetto». Daniela Lorusso aveva un anno e mezzo quando suo padre Giuseppe venne ucciso dai terroristi di Prima Linea a Torino. Aveva solo 30 anni e lasciò orfani lei e suo fratello.
Oggi non si scompone alla notizia che Tosi, 64 anni, considerata una delle leader dell’organizzazione armata extraparlamentare di estrema sinistra, si sia presentata qualche giorno fa nel carcere Lorusso e Cutugno come membro dell’associazione Sapereplurale, promotrice di un progetto per riallestire uno spazio dell’istituto di pena. La visita ha sollevato invece le proteste delle agenti della sezione femminile. Alcune di loro hanno conosciuto Tosi, detta Lilli, già da quando era detenuta alle Nuove, dove è entrata nel 1981. «Quando ce la siamo trovata davanti è stato uno shock – racconta un’agente – Sono passati tanti anni ma chi ha lavorato con le terroriste sa cosa vuole dire. Ci chiamavano cagne di Stato e ci sputavano addosso. Non si può dimenticare quello che è stato come non lo dimenticano i familiari delle vittime».
Di «ferite ancora aperte e cicatrici impossibili da cancellare», parla anche Daniela Lorusso che, subito dopo l’assassino del padre, ha perso anche la mamma: «Si era ammalata ma io sono sempre stata convinta che la sua malattia fosse una conseguenza della perdita di papà».
«I tempi cambiano e se lo scopo della pena è quello di reinserire produttivamente nella società chi ha commesso un reato, ciò deve valere anche per i terroristi. Ma forse un limite prima o poi occorre che qualcuno lo metta», commenta Leo Beneduci, segretario generale dell’Osapp, il sindacato di polizia penitenziaria che insieme al blog di agenti Meteocarcere ha sollevato la polemica. Anche secondo Giovanni Berardi, presidente dell’Associazione Europea Vittime del Terrorismo l’episodio ha passato il limite. «È la dimostrazione che alla fine hanno vinto loro».
Tosi, condannata per diversi reati collegati all’attività di Prima Linea, ha finito di scontare la sua pena da tempo. «Sono rammaricata, dispiaciuta, molto triste soprattutto per non aver previsto un esito così. Una inutile polemica che vorrei fare tacere sul nascere. Per me tra l’altro tornare alle Vallette non è facile, ma mi sono fatta violenza perché il progetto ha un forte contenuto sociale e la memoria è importante».