la Repubblica, 10 febbraio 2016
Quei criminali pirla che fanno saltare una bancomat e se ne vanno via senza un centesimo
Siamo così abituati a un’idea efferata del crimine (media da un lato, fiction dall’altra fanno di tutto per rincarare la dose) che l’impresa dei ladri di Genova che volevano far saltare un bancomat ma hanno fatto crollare la banca lasciando intatto solo il bancomat, quasi quasi ci solleva. Ci sono anche criminali pirla – a Genova si dice: belinoni – che delinquono con grave approssimazione. Impreparati e goffi, forse precari come tantissimi altri aspiranti professionisti, indegni perfino di un b-movie, pericolosi per gli altri ma soprattutto per se stessi.
Non saprei dire da quanti anni la figura del criminale ha assunto uno spessore quasi wagneriano, anche se in azione al Tufello o a Garbagnate. La nostra vecchia formidabile commedia aveva già provveduto, con i “Soliti ignoti”, a disegnare i tratti del delinquente mezza tacca, poi di quel format purtroppo si sono perdute le tracce. Certo il rischio, con le mezze tacche, è provare umana simpatia, concludere che sono solamente dei poveracci che si arrabattano, dimenticare, per pietà, che rubare è pur sempre rubare. Ma almeno non si rischia di innescare lo spirito di emulazione che aleggia attorno agli assassini strafighi e straricchi di tante saghe noir: nessuno vuole diventare, da grande, un belinone che smanettando con una bombola di gas liquido fa andare giù una banca (e a momenti ci resta sotto) e poi scappa nella notte senza un centesimo, perché il bancomat non ha fatto una piega. Ci sono anche parecchi criminali, in giro, con pochi soldi e ragazze brutte. Fanno una vitaccia. Fate circolare la voce.