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 2016  febbraio 10 Mercoledì calendario

Parigi e Berlino frenano sul ministro dell’euro

«Vogliamo far progredire l’eurozona usando tutte le possibilità che ci sono oggi, senza cambiare i Trattati». Il ministro delle Finanze Michel Sapin chiarisce quale sia la posizione della Francia nel dibattito in corso: rafforzare l’integrazione economica e finanziaria va bene, continua Sapin, ma lavorando nelle pieghe delle attuali regole. In un contesto di nuova instabilità, la creazione di un ministro delle Finanze unico dell’eurozona rimane «un’ambizione lontana» spiega ancora Sapin a proposito dell’idea rilanciata dal presidente della Bce Mario Draghi e dai governatori Jens Weidmann e François Villeroy de Galhau. «Sono i politici a dover decidere per un’unione rafforzata» ha sottolineato il presidente della Bundesbank, al fianco di quello della Banque de France per il tradizionale consiglio economico franco- tedesco che si è tenuto ieri a Parigi.L’apparente frenata di Sapin non ha colto di sorpresa Wolgang Schäuble presente al vertice e che ha ascoltato le dichiarazioni del suo omologo senza bisogno di traduzione. Conosce il francese, anche se ha preferito esprimersi in tedesco, e sa quale sia l’innata ritrosia del paese amico quando si parla di cessione di pezzi di sovranità. «Cambiare i Trattati ora non sarebbe realista» ha riconosciuto Schäuble. «Ma la nostra responsabilità è far avanzare l’Europa. Dev’essere un impegno di ogni giorno». Quando un giornalista ha incalzato Sapin per sapere se “l’ambizione” di una governance rafforzata dell’eurozona potrà essere attuata prima del 2017, anno elettorale sia per la Francia che per la Germania, il ministro francese ha ribadito: «L’integrazione su cui lavoriamo in questo momento è a Trattati costanti». Emmanuelle Macron, titolare dell’Economia e promotore di una visione più decisa sul cambio di governance dell’eurozona, ha ricordato che François Hollande e Angela Merkel, dovrebbero comunque presentare una road map entro la fine dell’anno.Il vertice franco-tedesco, dal quale è uscito un appello alla Commissione Ue per velocizzare le misure contro il finanziamento del terrorismo, è inevitabilmente stato occupato dal crescente allarme sui mercati finanziari. «Il cielo si sta coprendo, direi che ci sono sempre più nuvole» ha commentato con una battuta Weidmann. Il presidente della Bundesbank, che in passato ha minimizzato i pericoli congiunturali, ha annunciato una «sensibile revisione al ribasso» delle stime sull’inflazione 2016 in Europa a causa del calo dei prezzi del greggio.«La congiuntura è preoccupante – ha ammesso Weidmann – a causa del peggioramento della situazione economica in Cina, anche si tratta di un rallentamento e non credo ci sarà un crollo». Il presidente della Bundesbank, noto per essere uno dei falchi dentro alla Bce, ha di fatto aperto alle misure più decise chieste da Mario Draghi.«Parleremo di rivedere o meno la posizione della Bce nel prossimo consiglio» ha tagliato corto Weidmann. Nel vertice franco-tedesco di ieri si è parlato anche dei timori per il sistema bancario europeo. «Non sono preoccupato su Deutsche Bank» ha detto Schäuble mentre Weidmann si è rifiutato di commentare. «Le banche francesi sono più solide di prima della crisi» ha sottolineato invece Villeroy de Galhau. Sull’unione bancaria Weidmann ha ribadito la posizione della Germania: «Serve procedere in modo sequenziale: prima della solidarietà, deve esserci un controllo sui rischi, mettendo in comune i depositi». Una posizione diversa da quella della Francia. «Noi auspichiamo – ha concluso Sapin – che si possa avanzare in modo parallelo su condivisione dei rischi e sulla solidarietà ».