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 2016  febbraio 10 Mercoledì calendario

Unioni, inizia la conta dei voti

Da oggi si fa sul serio, contano i numeri, dopo mesi di dibattito: la legge sulle unioni civili affronta le prime, insidiose votazioni. E insidiose lo saranno perché molte – forse decine, c’è chi ne prevede una cinquantina addirittura – saranno a scrutinio segreto. A prova di franchi tiratori, insomma, nell’aula del Senato. Matteo Renzi non retrocede di un passo, il ddl Cirinnà andrà condotto in porto con o senza adozioni, insiste. Nonostante la contrarietà ribadita in aula ieri da qualche senatore cattodem, le barricate preannunciate dagli alleati di Ncd, la valanga di emendamenti che la Lega ancora tiene sui suoi banchi.La prima trappola porta la firma del senatore ex Ncd Gaetano Quagliariello sotto forma di emendamento con cui verrà chiesto il “non passaggio agli articoli”, cioè l’accantonamento della legge. La richiesta di scrutinio segreto è stata sottoscritta da 70 senatori e sarà esaminata dal presidente Pietro Grasso. Superato quello scoglio, la navigazione sarà comunque a ostacoli. L’Ncd, ripete Renato Schifani, proporrà una sfilza di voti segreti. Con la Lega il capogruppo pd Luigi Zanda continuerà a trattare fino a stamattina per ottenere il promesso ritiro del 90 per cento dei 5.500 emendamenti. Patto che Calderoli e Centinaio rispetteranno se il dem Andrea Marcucci rinuncerà al suo “super canguro” che cancellerebbe con un solo colpo di spugna quasi tutti gli altri emendamenti. Alle 13, l’assemblea dei senatori pd deciderà su quali articoli sarà lasciata libertà di coscienza.Matteo Renzi su questa legge mette la faccia. «È finita la stagione in cui nascondersi, i diritti (e i doveri) sono tali solo se sono per tutti. La legge è un passo avanti», scrive nella enews settimanale. Ammette che «rimangono aperti alcuni punti su cui si confronterà il Parlamento, a partire dalla stepchild adoption. Ma non è quello il punto principale di questa legge». E in ogni caso, sarà «giusto che il Parlamento si pronunci anche su questo». Sarà libertà di coscienza, dunque, come annunciato. Il presidente del Consiglio sul nodo più spinoso si spinge anche oltre, per la prima volta: esprime forte «condanna» per la pratica dell’utero in affitto, «che rende una donna oggetto di mercimonio». Dichiarazioni alle quali Anna Finocchiaro aveva già dato una traduzione parlamentare, proponendo una mozione (concordata col governo) con cui si impegna proprio l’esecutivo ad adottare le iniziative necessarie a considerare la pratica un «reato universale». Basterà a smorzare le tensioni con l’ala cattolica? A chiusura della discussione generale i senatori dem Giorgio Santini e Stefano Lepri hanno chiesto ancora lo stralcio dell’articolo 5 sulle stepchild adoption o la sua trasformazione in affido rafforzato. Proposte destinate a cadere: ormai si va al voto. La forzista Annamaria Bernini invece conferma che, nonostante «tutti i limiti della legge» è orientata a votare sì. Sulla carta il ddl dovrebbe tenere anche alla prova delle votazioni segrete più delicate. In casa pd si lavora di pallottoliere in queste ore e la stima più ottimistica vuole che su 112 senatori dem una novantina dovrebbero votare a favore, in ogni passaggio, come una trentina del M5S, 20 del Misto, 10 della Autonomie e 19 di Ala (Verdini). La somma farebbe 169, ben oltre il necessario. Ma dal pomeriggio, il pallottoliere virtuale lascerà il posto all’urna reale.