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 2016  febbraio 09 Martedì calendario

Il Super Bowl e il trionfo dell’ex perdente Peyton, sul viale del tramonto

Ma quanto deve essersi divertito il Dio del football con la carriera di Peyton Manning: prima ne ha fatto il più grande dei perdenti. Poi, quando il sole della sua grandezza tramontava, gli ha regalato il momento più alto. Un trionfo insperato, sulla soglia dei 40 anni, nella sua peggiore annata. In una partita da comprimario. Una storia da film il cui lieto fine è stato il Super Bowl di Santa Clara, in California dove, smentendo gli specialisti della Nfl, il numero 18 e i suoi Denver Broncos hanno superato i favoriti Carolina Panthers (24-10) del giovane quarterback Newton, detto SuperCam per le sue qualità atletiche e perchè quando vince finge di strapparsi la divisa per mostrare la S. Nella finalissima che ha regalato affari d’oro a tv (180 milioni di spettatori), web, pubblicità (palma del miglior spot alla Jeep), merchandising e indotto (un panino nell’area del Levi’s stadiumo costava 16 dollari...), consensi a Lady Gaga e Beyoncè che hanno dominato la scena rispettivamente nel prepartita e nell’half time, la strepitosa difesa dei Broncos è stata vera kryptonite per SuperCam Newton e, praticamente da sola, ha costruito una vittoria memorabile. Non a caso il premio di miglior giocatore (Mvp) è andato a un linebacker: Von Miller. Un incubo per la stella dei Panthers. Ma, inevitabilmente, nel post gara, tutti i riflettori sono stati per lui: PM, iniziali che identificano una autentica icona sportiva americana con quella faccia da Simpson (la saga dei cartoon gli ha anche dedicato una puntata), dedito e concentrato (soprannome: lo sceriffo) solo sul football. Disciplina che lo ha segnato nel corpo: dietro al collo una cicatrice ricorda che ha avuto 4 interventi chirurgici dai quali non si è mai veramente ripreso (ha perso forza nel braccio con cui lancia e sensibilità nelle dita della mano) ma che non lo hanno fermato nella sua voglia di giocare ancora. Ambizione naturale in una famiglia dove si è mangiato pane e touchdown (papà Archie è stato qb dei Saints, Eli lo è dei Giants). «E ora, Peyton, annuncia il ritiro?», gli ha chiesto la Cbs. Ma lui: «Prenderò tempo per riflettere. Ho un paio di priorità: baciare moglie e figli e bere un sacco di birra coi compagni. E, soprattutto, ringraziare con una preghiera l’uomo al piano di sopra per l’opportunità che mi ha concesso. Gli sono molto grato». Tutti sanno che è ora di lasciare per PM. E lo farà da campione del mondo. Così ha voluto il Dio del football, quasi a ripagarlo di tanta classe e dedizione.