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 2016  febbraio 06 Sabato calendario

I primi cento giorni del commissario Tronca, non proprio un successo

Quando, a fine gennaio, Roma si è insolitamente risvegliata sotto una fitta coltre di nebbia, molti in città hanno pensato: è l’effetto Tronca. Perché nei suoi primi cento giorni alla guida della Capitale – cadono l’8 febbraio – il commissario Francesco Paolo ha avuto il pensiero fisso, quasi un’ossessione, di esportare Milano nella Capitale. Ma la tanto decantata efficienza del modello Expo (Tronca era prefetto sotto la Madonnina) si è impantanata sulle rive del Tevere. E, tra una selva di fedelissimi portati dal capoluogo lombardo, continui soccorsi del governo e provvedimenti impopolari, la sua esperienza alla guida della Città Eterna appare sempre più grigia e distante dai problemi reali dei cittadini. Con buona pace del “cambio di passo” invocato da Renzi per Roma.
Arrivato in Campidoglio con la fama di “servitore dello Stato”, dopo la traumatica fine della giunta di Ignazio Marino, Tronca doveva traghettare la Capitale alle elezioni. Nulla di più. “Un’amministrazione straordinaria può esercitare solo poteri ordinari” le sue prime parole. Col passare dei mesi, però, sembra aver cambiato idea, tanto da lanciarsi in campagne mediatiche di facile successo ma scarsa o nulla efficacia pratica. L’esordio pubblico, il 2 novembre, ne traccia la cifra stilistica: dopo un sindaco che approva il registro delle unioni civili, il successore fa il baciamano al Papa.
Il biglietto da visita della “restaurazione”. Degli interessi consolidati, soprattutto. Con i cittadini, invece, Tronca non parla: poche le uscite pubbliche, ancora meno le interviste. Resta in silenzio, in attesa che il tempo passi e lo porti lontano da Palazzo Senatorio, magari a capo della Polizia.
Come in città, anche per quel ruolo se la gioca col Prefetto di Roma, Franco Gabrielli, l’uomo a cui il premier ha affidato la logistica del Giubileo. Uno nelle grazie di Ncd e Lega, l’altro gradito a Palazzo Chigi. Quasi un derby, giocato sulla pelle dei romani. Inizialmente il governo pensa di affiancargli un “dream team” di professionisti per risollevare la Capitale, ma non si trovano emuli di Michael Jordan e Magic Johnson pronti a sacrificarsi per l’ingrato compito. Resta Tronca, con una squadra venuta da Milano: alcuni sub commissari, la portavoce, il capo di gabinetto, il nuovo ad di Atac (la municipalizzata dei trasporti) e l’esperto di fondi Ue.
Niente conferma, invece, per Serafina Buarné, segretario generale dopo Mafia Capitale vista la sua esperienza nei Comuni sciolti per mafia: la sostituisce, manco a dirlo, l’ex segretario di Palazzo Marino. Per sentirsi più a casa, complice lo smog elevato, il commissario ripristina anche le targhe alterne, con frequenza stile Milano anni ‘90.
Palazzo Chigi sulla carta affida a Tronca 150 milioni di euro per il Giubileo ma di quei soldi, finora, non c’è traccia, né lui si affanna a reclamarli. Gli unici interventi per l’Anno Santo vengono realizzati con 50 milioni di euro a hoc ereditati dalla giunta Marino. Il commissario rivendica di aver aperto i cantieri, promette di chiuderli “entro il 31 gennaio”. Invece, a due mesi dall’inizio dell’evento, sono terminati appena 4 interventi sui 31 previsti e non i più rilevanti. Del resto, a Milano il Giubileo non si fa, inutile reclamare efficienza in questo.
Con l’avvicinarsi delle elezioni amministrative, il governo corre al capezzale del Campidoglio, perché la tornata elettorale romana si annuncia quanto mai incerta per il Pd. Come per magia, dopo due anni di stallo, si sblocca la vertenza sul salario accessorio dei dipendenti comunali, con l’Avvocatura di Stato che avalla una complessa soluzione tecnica per rimodulare le buste paga. Salvi gli stipendi dei 23 mila capitolini e, magari, anche migliaia di voti.
Partono le primarie Pd per il Campidoglio e il commissario diventa più loquace. Quasi a tirare la volata ai gazebo. Avvia una “verifica puntuale” sul patrimonio immobiliare comunale e annuncia stupefatto la scoperta di alloggi e negozi affittati a canoni stracciati, anche in centro. Ma è un dossier vecchio di anni, per consultare l’elenco degli immobili basta andare sul sito web del Comune. Ignazio Marino ironizza: “Come tutti i romani può accedere al database, è on line da marzo 2015”. Sia Gianni Alemanno, sul finire della sua consiliatura, sia l’ex sindaco, avevano provato a dismetterne una parte: il primo non ha venduto nemmeno una casa, l’altro una manciata. Insomma: aria fritta.
Tronca allora vira altrove: “L’attenzione del commissario si sta concentrando sull’emergenza ratti” informa Palazzo Senatorio. Su Ostia invece, commissariata per mafia, non una presa di posizione. E i rifiuti, i trasporti?. Basta guardare i sacchetti ancora fuori dai cassonetti. O muoversi in bus, come il 20 gennaio, quando il contemporaneo stop delle linee A e C della metropolitana, unito a forti rallentamenti sulla B, ha fatto andare mezza città a piedi. Tutto uguale a prima.