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 2016  febbraio 06 Sabato calendario

Il virus Zika è arrivato in Italia

C’è chi sostiene che il virus Zika sia sopravvalutato. Che nelle ultime settimane si stia facendo troppo allarmismo per un qualcosa che difficilmente si trasformerà in una pandemia. Nel frattempo, però, nella serata di ieri dalla Colombia è arrivata la notizia che sono 3 le persone morte dopo aver contratto il virus e per aver sviluppato una rara sindrome che colpisce il sistema nervoso, la Guillain-Barre.
APPELLO DELL’ONU
E dopo essersi diffuso già in circa 30 Paesi, il virus si è saputo ieri che fatto capolino pure in Italia: già una decina i casi di contagio accertati. In più ad incrementare l’angoscia collettiva (se mai ce ne fosse stato bisogno) nelle scorse ore è arrivato anche l’appello dell’Onu che ha esortato i Paesi caraibici e dell’America Latina – dove oggi il virus trasmesso dalle zanzare del tipo Aedes aegypi è particolarmente diffuso – ad assicurare alle donne l’accesso alla contraccezione e all’aborto. «Le leggi e le politiche che limitano l’accesso a questi servizi» ha scritto in una nota Zeid Ra’ad Al Hussein, alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, «dovrebbero essere urgentemente riesaminate in conformità coi diritti umani per garantire il diritto alla salute per tutti».
I CASI DI MICROCEFALIA
Già contraccezione e aborto, perchè la categoria in assoluto più a rischio Zika è quella delle donne in gravidanza. In Brasile, il paese finora più colpito con oltre 1,5 milioni di colpiti, negli ultimi mesi si sono verificati quasi 5mila casi di difetti neurologici in bimbi appena nati (microcefalie). «Le autorità sanitarie mondiali» hanno spiegato dall’Organizzazione mondiale della sanità (Osm), «sono d’accordo nel sostenere che la relazione causale tra l’infezione del virus Zika in gravidanza e la microcefalia è fortemente sospetta, anche se non è ancora scientificamente provata». Nonostante la grande preoccupazione, il governo brasiliano ha confermato che le Olimpiadi, previste a Rio de Janeiro il prossimo agosto, si svolgeranno regolarmente. Il mondo globalizzato, i viaggi sempre più frequenti, un numero sempre maggiore di persone nel pianeta tutto questo fa sì che Zika si espanda a macchia d’olio.
IN ITALIA
E così ieri sono stati diagnosticati, anche in Italia, i primi casi del virus. Una decina, o poco più: tutti fortunatamente già guariti. Tra questi, uno risale allo scorso dicembre e riguarda una donna proveniente dal Venezuela, curata a Treviso presso l’Ospedale Ca’ Foncello e dimessa dopo qualche giorno di degenza. Complessivamente, in Veneto si sono registrati ben 5 casi: a Treviso, Vicenza e Padova. L’ultimo registrato in ordine di tempo riguarda un’italiana che ha soggiornato in Brasile nella seconda metà del mese di gennaio. Al suo rientro ha manifestato insorgenza di cosiddetto rash cutaneo, senza febbre o altri sintomi. Dopo 2 giorni si è presentata all’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Spallanzani di Roma dove è stata visitata e curata.