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 2016  febbraio 06 Sabato calendario

Come nasce il Leicester dei miracoli di Claudio Ranieri

Una telefonata, prima di riscrivere la storia, può anche rovinare una vacanza. Claudio Ranieri, come tutte le estati, si stava godendo il sole e il mare di Soverato, in Calabria. Cellulare che squilla, programma che cambia: «Il Leicester ti vuole vedere stasera a Londra». Niente spiaggia, solo aerei: corsa all’aeroporto di Lamezia Terme, scalo a Bergamo e arrivo a destinazione. Nelle premesse dell’appuntamento, tra l’altro, era stato anche specificato il rischio di una mera chiacchierata conoscitiva. Colloquio positivo, saluti cordiali, il tipico «le faremo sapere» e viaggio di ritorno. Quello che Ranieri non poteva sapere era di essere già in pieno ballottaggio con Martin O’Neill, il nordirlandese sulla panchina dell’Irlanda. Decisivo, alla fine, il voto non segreto per il tecnico romano del presidente e proprietario Vichai Srivaddhanaprabha, boss del gruppo King Power, colosso dei duty free thailandesi. Tutto merito del fascino, rimasto inalterato, del made in Italy calcistico in Thailandia: meglio Ranieri, nome più seducente per i recenti trascorsi con Juve, Roma e Inter.
Piace il made in Italy
«Scelta poco ispirata», il bollino messo all’istante da Gary Lineker, monumento del calcio inglese nato a Leicester e cresciuto proprio nel Leicester City. Scetticismo generale, squadra che si era salvata per un pelo e sconquassata dallo scandalo di tre calciatori licenziati in tronco per il sex tape con insulti razzisti nella tournée di giugno in Thailandia: niente male il biglietto da visita recapitato dai «Foxes» all’aggiustatore Ranieri, sbarcato con un contratto triennale e la compagnia italiana del vice Benetti e del preparatore Azzalin. Per l’amore reciproco è bastato il primo contatto: centro sportivo all’avanguardia, società organizzata e un gruppo di calciatori lavoratori. «Una grande famiglia», l’impressione del momento. Un paio di allenamenti dopo, incrociando Vardy e Mahrez, i pensieri ranieriani contemplavano anche la possibilità della successiva evoluzione in una grande squadra. «Tutti i giocatori hanno delle qualità, il mio compito è metterle insieme e vedere cosa è meglio per il Leicester». Sfruttare, per l’appunto, il senso del gol e la gamba dei due tesori trovati dentro casa. Detto, fatto con 31 reti della coppia Vardy-Mahrez sulle 44 totali.
Viaggio studio da Klopp
Un’operazione compiuta con il passaggio a un 4-4-2 mobile fondato sulle verticalizzazioni: meglio il controllo degli spazi, l’intensità del pressing e la velocità di esecuzione che il possesso palla. Una ricetta tedesca, studiata un anno fa da Ranieri nei viaggi d’aggiornamento dagli specialisti Schmidt (Bayer Leverkusen) e Klopp (allora al Borussia Dortmund), rielaborata su ritmi inglesi e con un’attenzione italiana alla difesa. Un ingrediente diventato più evidente nelle ultime sei gare: un solo gol subito e porta inviolata cinque volte, senza neanche promettere più una pizza in omaggio all’intera squadra. «Mi piacerebbe dire: “Yes, we can!”, ma non sono Obama», se la ride il creatore del Leicester capolista alla vigilia dell’incrocio con l’inseguitore Manchester City. Comunque vada, per Ranieri, sarà un successo: a 25 punti raggiunti il patron Srivaddhanaprabha gli ha regalato una Bentley, a 50 non potrà mica sfigurare.