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 2016  febbraio 06 Sabato calendario

Dove nascono i migliori sax del mondo

È il laboratorio più lento della Terra e potrebbe funzionare anche senza energia elettrica: sperduto sulla collina di Omegna, è frequentato dai più grandi sassofonisti al mondo.
Qui, alla Rampone & Cazzani di Quarna Sotto, dove nascono i sax fatti a mano, sono saliti Chris Collins e Gerry Mulligan, Jerry Bergonzi e Jan Garbarek. Tutti a controllare lo sviluppo del loro strumento, unico.
In questo paesino di cinquecento anime sulle alture del Lago d’Orta è come se il tempo si fosse fermato. Si fabbricano strumenti musicali a fiato, sassofoni soprattutto, con la stessa maestria che usavano gli artigiani una volta, rigorosamente a mano. Non esiste l’automazione, non ci sono torni a controllo numerico, solo il battilastra che con un martelletto di legno auto-costruito, partendo da un foglio di ottone, rame, alpacca o argento, modella lo strumento.
«Ogni sax è un pezzo irripetibile» conferma Roberto Zolla, titolare con i figli Claudio e Simone della piccola azienda, dieci dipendenti e alcuni collaboratori.
Ogni strumento è fatto su misura. Per questo sono arrivati musicisti della levatura di Chris Collins, Emanuele Cisi, Jerry Bergonzi, Pine Courtney, Jan Garbarek, Carlo Micheli, David Brutti o il True voices saxophone quartet, tanto per citarne alcuni. Generazioni di artisti che da due secoli utilizzano strumenti a fiato della Rampone & Cazzani. Raccontava Woody Allen che il suo primo amore di clarinetto era un Rampone fabbricato a Quarna. E nella memoria della gente del paese c’è il ricordo di quando venne Gerry Mulligan, accompagnato da Ornella Vanoni, ad acquistare un sax e per provarlo andò per le vie improvvisando una jam session.
«I musicisti vengono e provano sino a trovare quello giusto – spiega Claudio Zolla -. Poi ogni sassofono viene personalizzato fino a raggiungere un connubio perfetto con chi lo dovrà usare». Gli artisti a Quarna si fermano anche due settimane, sino a che il sax è modellato come un abito d’alta moda.
Per costruire un sax servono non meno di novanta ore. «In realtà nessuno ha mai fatto il conto del tempo – aggiunge Claudio -, per noi non ha importanza. Il tempo qui non esiste, nessuno ha fretta: l’importante è lavorare con precisione». Nella piccola azienda ognuno ha i suoi segreti. Il battilastra si fabbrica da solo i martelletti di legno con cui dà forma alla campana dello strumento: va nel bosco e sceglie il legno, lo fa stagionare e si costruisce l’attrezzo con cui, poi, piegherà la lastra per dare corpo al sax. Ecco perché la corrente elettrica non serve, salvo che per tenere accesa la lampadina che sopra il bancone aiuta a vedere meglio i pezzi da assemblare. Già, i pezzi. Ce ne vogliono più di mille per arrivare al sassofono finito. Tutti lavorati singolarmente. «Utilizziamo ottone, alpacca, argento massiccio, rame e bronzo e per alcuni particolari oro a 24 carati – descrive Claudio Zolla -, madreperla per i tasti o legno d’ulivo e acciaio armonico per le viti».
Si racconta che nei primi disegni i bisnonni della famiglia Zolla si ispirassero alle campane della chiesa di Quarna. Un suono limpido, puro. Ogni pezzo è un’opera d’arte in questa fabbrica che sembra un laboratorio artigiano settecentesco, dove gli unici rumori sono quelli delle mani di chi lavora e lo sfrigolio del metallo quando i pezzi si sfiorano uno con l’altro.
C’è amore e passione oltre che orgoglio di una tradizione famigliare iniziata nel 1818. «Tra due anni saranno due secoli esatti di storia artigianale – afferma, con un pizzico di emozione Roberto Zolla -: la fabbrica venne costruita da Francesco Rampone e dallo zio. Partirono da Quarna e andarono a Milano per cercare lavoro e fortuna. Finirono nella bottega di un flautaio e impararono il mestiere di costruttori di strumenti musicali. Tornarono a Quarna, impiantarono la “fabbrica” di strumenti a fiato, allora solo in legno. Poi venne il signor Adolphe Sax che creò i sassofoni facendo la sua, e anche la nostra, fortuna».
Si producono poche centinaia di pezzi all’anno in questa fabbrica che forse non ha simili al mondo. E si dice che se tutti i sax fabbricati a Quarna e sparsi nel mondo intonassero contemporaneamente la stessa nota, si sentirebbe il suono della campana del paese. Probabilmente non è vero, ma è bello pensare che possa essere così.