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 2016  febbraio 06 Sabato calendario

«Sono come una donna, posso fare due cose in una volta». La diversità di Pep Guardiola

Non solo maschilisti e trogloditi. Non tutti. C’è un altro tipo d’uomini persino nella caserma Quinto Alpini del calcio, dove ultimamente volano i saluti più virili, in un tripudio di frocio, zingaro di m., beccati questo dito medio. Improvvisamente echeggia una superba voce fuori dal coro. Un maschio, un maschio conosciuto universalmente come genio della panchina, questo strano maschio sceglie di farsi il complimento più bello nel modo più eretico: «Sono multitasking, so fare diverse cose contemporaneamente, come una donna». Quando il dito indica la luna, qualcuno guarda solo il dito: per costoro va precisato che a pronunciare simili parole è Pep Guardiola, rispondendo alle insinuazioni della stampa tedesca, secondo la quale avere già firmato per il Manchester City finirebbe col rendere svogliata la guida del Bayern in questi ultimi mesi. Il tecnico spagnolo non ci sta. «Perché dovrebbe essere difficile? Sono come una donna, posso fare due cose in una volta. Ho un grande talento per questo». Sostanzialmente dovrà rivincere lo scudetto e la Champions, ma contemporaneamente dovrà curare strategie e mercato della prossima squadra. E sin qui siamo ai dati oggettivi della vicenda, cioè al dito. Ma lassù in alto, oltre il dito, c’è la luna, questo modo eccentrico di rivendicare le proprie qualità descrivendosi come donna. Per i più sessisti è chiaramente un’intollerabile resa. Ma ad ogni buon conto resta una svolta storica. A stupire davvero non sono tanto le parole di Guardiola, quanto la naturalezza con cui cita il paragone. Non è il politicamente corretto che bisogna ricamare da Fazio, non è neppure l’omaggio galante che cala comunque dall’alto, in zona San Valentino. Nello specifico di una conferenza stampa molto tesa si parla d’altro, di panchine e di veleni. Ma anziché barcamenarsi con i soliti luoghi comuni sulla professionalità, Guardiola sceglie di uscirne come un uomo a schiena dritta. Come una donna. Tutti noi, tutti i giorni, assistiamo al prodigio di queste specie di Rambe, capaci d’essere due, tre, quattro cose assieme, mogli, madri, lavoratrici, confidenti, magari pure grandi cuoche e grandi artiste. Guardiola ha saputo dirlo nel modo migliore, come la prima cosa che viene in mente, la più sincera e la più giusta. Non è ancora l’8 marzo, ma queste parole sono la migliore soddisfazione per le donne. E comunque anche per gli uomini, perché a saperle pronunciare è uno di noi. Non tutti maschilisti e trogloditi.