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 2016  febbraio 06 Sabato calendario

La Ferrari, il sesso e la spia: un caso tra Cina e America che imbarazza parecchio Pechino

Per l’intelligence americana è il colpo più grosso degli ultimi trent’anni ai danni dei cinesi. Un traditore sta rivelando i segreti di Pechino, dalle procedure usate nella catena di comando e controllo del sistema nucleare fino alla sicurezza che circonda i leader del Politburo comunista a Zhongnanhai, il quartiere dove vivono. 
La storia di sesso, corruzione, spionaggio e tradimento comincia all’alba del 18 marzo 2012, in una superstrada della capitale cinese, arriva a Sacramento, California e prosegue in questi giorni in una «casa sicura» dove gli agenti di Fbi e Cia stanno conducendo il debriefing di un personaggio molto importante, in possesso di documenti ultra-segreti. Nella notte di quattro anni fa, una Ferrari nera finì contro un muro durante una corsa folle nel centro di Pechino. A bordo un ragazzo e due giovani donne, una è completamente nuda, gli altri due sono semi-spogliati e moribondi. Le foto dell’incidente finiscono sul Web e su un giornale, ma presto vengono fatte sparire. Dopo qualche giorno si scopre che la Ferrari era del figlio ventitreenne di Ling Jihua, capo di gabinetto del presidente cinese Hu Jintao. Le ragazze senza vestiti erano due bellezze tibetane, appartenenti a famiglie importanti. Si discute molto su quello che stava succedendo tra i ragazzi a bordo della Ferrari in corsa, non è difficile immaginare un gioco erotico ad alto rischio. Di incidenti assurdi con supercar, causati dai figli dei nuovi ricchi e potenti della Cina, se ne contano decine. Ma presto l’attenzione si sposta sul tentativo di insabbiamento della notizia da parte del potente Ling Jihua, braccio destro del presidente. 
Erano i giorni che precedevano il grande congresso del partito comunista per il rinnovo delle cariche. Xi Jinping si apprestava a prendere il potere, mentre intorno a lui si agitavano gli ultimi avversari. Lo scandalo segnò l’inizio della fine per Ling Jihua, che sembrava destinato a una poltrona nel Politburo. Un incidente utile a dargli il colpo di grazia. Ora si è saputo che, consapevole di rischiare l’arresto, prima di lasciare l’ufficio nella primavera del 2012, il capo di gabinetto fotocopiò migliaia di documenti segreti (pare 2.700) dell’archivio presidenziale, e li affidò al fratello Ling Wancheng, un uomo d’affari emigrato in California, con residenza a Loomis vicino a Sacramento in una villa da 2,5 milioni di dollari. Quei documenti avrebbero dovuto costituire la polizza di assicurazione del funzionario politico in disgrazia. Ma Xi Jinping non si fermò e lo scorso luglio la stampa cinese annunciò che Ling Jihua era stato arrestato per corruzione, relazioni sessuali illecite, nepotismo e soprattutto per aver rivelato segreti di Stato.
Una squadra speciale dell’intelligence cinese fu incaricata di valutare e limitare i danni: 72 degli 82 funzionari di 19 uffici che avevano fatto capo a Ling Jihua sono stati sostituiti e 55 sono finiti sotto inchiesta tra luglio e settembre 2015. Agenti cinesi sono stati mandati negli Stati Uniti, a Sacramento, per cercare di «riportare a casa» il fratello del politico e mettere le mani sui documenti. La circostanza è documentata in una protesta ufficiale di Washington, infastidita dalla presenza di squadre speciali cinesi. Ling Wancheng, spaventato o desideroso di vendicare il fratello, decide di chiedere protezione ai servizi segreti americani. Pechino fa un passo ufficiale, chiedendo l’estradizione per crimini finanziari. Il Dipartimento di Stato replica pubblicamente che non risultano attività illegali di Ling e rifiuta.
Il fuggiasco comincia a parlare: ha i documenti con i segreti nucleari, quelli sulla sicurezza della leadership di Pechino, ha una pianta dettagliata di Zhongnanhai, la cittadella del potere accanto alla Città Proibita dove anche i dignitari internazionali quando sono ammessi per visite di Stato sono sottoposti a procedure di controllo rigide, perché niente trapeli all’esterno. Gli americani sperano anche di avere informazioni preziose sulle manipolazioni finanziarie cinesi.  A Washington «funzionari anonimi» dicono che «questa storia è un incredibile colpo di fortuna».