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 2016  febbraio 06 Sabato calendario

Lo studente Giulio Regeni forse ucciso per avere rivelazioni sulle sue fonti • Quanto valgono gli affari tra Italia ed Egitto • Profughi siriani bloccati ai confini della Turchia • Papa Francesco e il Patriarca di Mosca s’incontreranno a Cuba • La Commissione europea contro la flessibilità del Portogallo • Un’esecuzione tra le scimmie del Borneo


Regeni Gli investigatori sono convinti che lo studente italiano Giulio Regeni in Egitto è stato torturato e ucciso da qualcuno che voleva sapere chi gli avesse passato le informazioni contenute negli articoli pubblicati sotto pseudonimo dall’agenzia Nena news e ripresi dal Manifesto. «Morte causata da prolungate torture», è scritto nei documenti trasmessi in Italia per via diplomatica dopo il primo esame del corpo. Oggi a Roma l’autopsia voluta dalle autorità italiane. I carabinieri del Ros e i poliziotti dello Sco incaricati delle indagini stanno cercando di ricostruire gli ultimi contatti di Regeni nella convinzione che la polizia egiziana lo avesse già fatto e per questo avesse cominciato a tenerlo sotto controllo. L’arresto potrebbe essere avvenuto nel corso di una retata. Ieri sono stati annunciati e poi smentitidue arresti al Cairo. Per tutto il pomeriggio è circolata la notizia, poi «negata categoricamente» dai servizi segreti italiani, che Regeni fosse un collaboratore o addirittura un agente dell’Aise, l’Agenzia per la sicurezza estera. E dunque che possa essere stato punito come spia: un tentativo, sostengono gli investigatori, di depistare l’inchiesta (Sarzanini, Cds).

Egitto L’interscambio commerciale tra Italia ed Egitto, secondo i dati Istat, supera 5 miliardi di euro ed è in aumento del 9,9% (2014 sul 2013), con un export in crescita ad oltre 2 miliardi. L’Italia, secondo l’Ice, è il secondo mercato di sbocco in Europa dopo la Germania (Basso, Cds).

Profughi Decine di migliaia di profughi siriani si assiepano ai confini della Turchia in cerca di rifugio e assistenza. Secondo le stime dei funzionari Onu sul posto, sono almeno 20.000 ammassati lungo i fili spinati. Altri 50-60.000 sono in marcia. Intanto continua l’offensiva lanciata negli ultimi giorni dalle truppe di Bashar Assad, sostenute pienamente dall’aviazione russa assieme ai corpi scelti iraniani e alla milizia sciita libanese dell’Hezbollah. Aleppo è ormai quasi del tutto circondata. I social media legati ai ribelli parlano di circa 400.000 civili rimasti nei quartieri devastati della città sotto il controllo dell’opposizione. Un numero simile sarebbe nelle aree ancora leali a Damasco. La tragedia dei profughi è aggravata dalla decisione del presidente Erdogan negli ultimi due mesi di chiudere le frontiere. La Turchia ospita già oltre due milioni e mezzo di siriani. Una scelta simile stanno facendo la Giordania e il Libano (Cremonesi, Cds).

Incontro Il Papa e il patriarca di Mosca si incontreranno, per la prima volta nella storia, il 12 febbraio a Cuba, dove Francesco farà tappa qualche ora prima di andare in Messico. L’incontro era atteso da quando, il 7 dicembre 1965, le reciproche scomuniche vennero tolte, alla fine del Concilio. Un ruolo decisivo lo ha avuto il presidente cubano Raúl Castro, come a restituire il favore per l’aiuto di Francesco nel disgelo tra Cuba e Usa. A dare una mano è stato anche Putin. Si lavorava da decenni all’incontro. Il problema era anche il luogo: in Vaticano no, a Mosca no, in Europa neanche perché «teatro di divisioni e conflitti tra cristiani», diceva Kirill. Qui è entrato in gioco Raúl Castro, che a maggio dell’anno scorso andò a Mosca, parlò con Kirill e con Putin, e preparò la visita del Patriarca ortodosso a Cuba dall’11 febbraio. Al ritorno, Castro fece tappa a Roma e incontrò il Papa, in vista del viaggio di Francesco a settembre. È probabile che in quell’occasione abbiano parlato anche dei colloqui con Kirill. A giugno il Papa ha ricevuto Putin. Dopo la visita di settembre a Cuba, Francesco ha fissato la data del viaggio in Messico: dal 12 al 18 febbraio, giusto i giorni in cui Kirill sarebbe stato all’Avana. Castro ha offerto il terreno neutro: e così Francesco ha deciso, prima di atterrare in Messico, di fare tappa a Cuba. Il Papa e Kirill avranno un «colloquio personale» di due ore in una sala dell’aeroporto José Marti. Firmeranno una «dichiarazione congiunta», pronunceranno due discorsi (Vecchi, Cds).

Portogallo La Commissione europea si è riunita d’urgenza per rispondere alla sfida lanciata dal governo portoghese del socialista Antonio Costa, che giovedì scorso ha approvato la legge di bilancio respingendo varie misure di austerità richieste dall’istituzione Ue e attuando autonomamente una flessibilità nei conti pubblici simile a quella sollecitata dal premier Matteo Renzi. I commissari, dopo una discussione piena di «dubbi», hanno rinviato il problema «a maggio», come già avvenuto per l’Italia, ventilando il rischio di bocciatura. Merkel ha incontrato Costa per richiamarlo a continuare con le politiche di austerità imposte al precedente governo dalla troika (Commissione europea, Banca centrale europea e Fondo monetario di Washington). In cambio il Portogallo aveva ottenuto 74 miliardi per pagare i creditori, ma non ha visto risalire adeguatamente crescita e occupazione. Merkel ha ammonito che le regole di bilancio Ue «sono accettate da tutti noi e comportano determinati criteri e impegni». Il premier di Lisbona ha replicato che la priorità del suo governo, appoggiato dalla sinistra radicale, «è creare le condizioni per la crescita».

Primati La ricercatrice dell’Università di Zurigo Anna Marzec nella riserva di Tuanan, nel Borneo indonesiano, è stata spettatrice di una esecuzione tra le scimmie. Il maschio Ekko era impegnato a corteggiare Kondor, 15 anni, quando nelle vicinanze è passata un’altra femmina, Sidony, 35 anni, seguita dal suo piccolo Sony, di 4 anni. Ekko si è distolto un attimo dalla sua recente conquista per avvicinarsi all’orango più anziana, ispezionandola sessualmente. Non convinto, è ritornato subito sui suoi passi e deciso di iniziare un rapporto sessuale con la giovane Kondor. La quale però, evidentemente accecata dalla gelosia, nonostante Sidony si stesse nel frattempo allontanando, ha mollato il partner per scagliarsi contro di lei, con colpi, graffi e morsi. Alla fine anche il maschio è arrivato a darle una mano. L’hanno picchiata per 33 minuti, fino a quando le urla non hanno attirato un altro maschio, che è intervenuto in aiuto di Sidony. La quale, però, dopo 12 giorni di agonia, è morta. Si tratta di un tipo di crimine che, se ha dei precedenti, finora non era mai stato osservato direttamente dalla comunità scientifica (Oppes, Rep).

(a cura di Daria Egidi)