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 2016  febbraio 06 Sabato calendario

La Santa Sede ha sbagliato completamente comunicazione, concentrando nello stesso giorno le devozioni di massa a Padre Pio, con la zona petrina della città gettata bellamente nel caos, e l’annuncio del prossimo incontro tra il Papa della Chiesa cattolica e il Patriarca della Chiesa ortodossa di Mosca, separati finora da un migliaio d’anni di anatemi e scomuniche

La Santa Sede ha sbagliato completamente comunicazione, concentrando nello stesso giorno le devozioni di massa a Padre Pio, con la zona petrina della città gettata bellamente nel caos, e l’annuncio del prossimo incontro tra il Papa della Chiesa cattolica e il Patriarca della Chiesa ortodossa di Mosca, separati finora da un migliaio d’anni di anatemi e scomuniche. Due grandi «Fatti del Giorno» che la Gran Maestra della comunicazione ci costringe a concentrare in un Fatto solo.

L’hanno fatto apposta?
Credo che gli sia capitata tra capo e collo, e sia pure felicemente, la disponibilità del Patriarca a incrociare il Papa a Cuba: Francesco aveva in programma un viaggio in Messico dal 13 al 18 febbraio, con scalo a Cuba; Kirill sta a Cuba il 12 per poi andare in Brasile e Paraguay. Roma è stata talmente colta di sorpresa che ha dovuto anticipare di un giorno il viaggio per rendere possibile l’incontro. Raúl Castro accoglierà Bergoglio e lo accompagnerà nel palazzo dove sarà stato sistemato Kirill. I due resteranno soli per un paio d’ore, affiancati solo dal cardinale Kurt Koch, presidente del pontificio consiglio per l’Unità dei cristiani, e dal metropolita Hilarion. Dialogo in russo e in spagnolo, con scambio di doni e firma congiunta in calce a un lungo testo che, m’immagino, servirà da base per le procedure successive che dovranno o potranno portare a una qualche unificazione. Francesco qualche tempo fa ha parlato seriamente, per esempio, di render fissa la data della Pasqua, in modo da semplificare la sovrapposizione con quella ortodossa e magari con quella ebraica. Putin, ogni volta che viene a Roma a incontrare il Papa, è portatore di un qualche messaggio da parte del Patriarca. Roma lavora all’incontro dai tempi di Paolo VI. Wojtyla ci teneva moltissimo, ma non riuscì. Francesco, presentandosi la sera dell’elezione come «vescovo di Roma», vale a dire sapientemente diminuendosi, lanciava un messaggio proprio ai fratelli ortodossi. Il patriarca di Costantinopoli, Bartolomeo, ieri ha rilasciato una dichiarazione entusiasta.

Perché cattolici e ortodossi sono separati?

È una storia che dura dal 1054. Le chiese d’Oriente (Costantinopoli, Alessandria, Antiochia, Gerusalemme) non ammettevano la superiorità di Roma. Quindi, non potendo Roma arretrare di un millimetro dalla convinzione che il Vescovo della città fosse il successore di Pietro e quindi necessariamente primus, partirono scomuniche da Occidente verso Oriente e da Oriente verso Occidente. C’era anche la questione del Filioque contenuto nel Credo, e cioè «Et in Spiritum Sanctum, Dominum, et vivificantem: qui ex Patre
Filioque procedit», cioè per i cattolici lo Spirito Santo discende sia dal Padre che dal Figlio, mentre per i greci del V secolo e poi per gli Ortodossi procede solo dal Padre, e nel loro Messale il Filioque non c’era. La Chiesa ha attenuato di molto questa sua posizione, fin quasi a cancellarla, nel 1995.  

E Padre Pio?
Padre Pio, purtroppo, ieri ha fatto bestemmiare un sacco di gente che, venendo per esempio da piazza Risorgimento, voleva raggiungere il Tevere costeggiando il colonnato e risalendo poi per Borgo Santo Spirito, e s’è trovata invece costretta a fare tutto un giro perché la piazza era completamente chiusa ai pedoni e non si passava in nessun modo. Si son sentite domande come: ma via della Conciliazione appartiene al Papa o al Comune di Roma? E il Comune di Roma cederebbe senza discutere un pezzo del suo territorio per esempio agli islamici che volessero manifestare in massa la loro devozione dalle parti della Moschea? E chi paga?  

Quella si chiama apposta via della Conciliazione, ricorda il 1929, il vecchio Concordato...
È andato tutto bene, in ogni caso, senza incidenti e senza terroristi islamici. Padre Pio e Leopoldo Mandic, battezzati subito da Francesco santi della Misericordia, sono stati traslati da San Salvatore in Lauro a San Pietro e adorati dai devoti che hanno poi seguito una processione. Di Padre Pio sappiamo o crediamo di sapere più o meno tutto, di padre Leopoldo, morto nel 1942, popolarissimo a Padova, croato con ascendenze bosniache e montenegrine, austriaco di cittadinanza e perciò mandato al confino a Caserta durante la prima guerra mondiale, è necessario sapere almeno che in gioventù s’impegnò (invano) proprio per la riconciliazione con la Chiesa d’Oriente.  

Queste masse in via della Conciliazione sono un prodotto della superstizione o della fede?
Non oso rispondere. Gli americani, durante il conclave, puntarono su Francesco proprio per contrastare il proliferare della superstizione in Sudamerica, dove fioriscono sètte di tutti i tipi. Padre Pio non piaceva a Giovanni XXIII, non piaceva a padre Gemelli e la Chiesa ne ha in genere diffidato a lungo, credendo molto poco alla storia delle stimmate e al resto. Ma c’è il problema della comunicazione, in cui la Chiesa è maestra. A parte ieri.