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 2016  febbraio 04 Giovedì calendario

Il narcisismo fa bene, ma con moderazione

Dimenticate gli anatemi ecclesiastici sulla superbia, scordatevi gli strali freudiani sul narcisismo patologico dell’età adulta, accantonate il celebre saggio di Christopher Lasch, L’età del narcisismo, una visione cupa e disperata di una società narcisa materialista e senza speranza. Secondo il professore di Psicologia inglese Craig Malkin, che ha raccolto le ultime ricerche sul tema nel testo Rethinking Narcisism. The bad – and the surprising good – of feeling special (trad. “Che c’è di male nel sentirsi speciali? Trasformare il narcisismo in un vantaggio per sé e per gli altri”, Urra-Feltrinelli editore), il narcisismo è un bene vitale per condurre una vita felice, realizzata e produttiva. “Sentirci speciali può renderci amanti e partner migliori, leader coraggiosi, esploratori intrepidi. Può renderci più creativi e addirittura può aiutarci a vivere più a lungo”.
Non solo. Le ricerche hanno scoperto anche che se il narcisismo può essere benefico il suo contrario rischia di essere maligno. Malkin lo definisce “ecoismo”, dalla storia della ninfa Eco: innamoratasi invano di Narciso ma incapace di parlare, in conseguenza di un’antica maledizione, con voce propria, si lascia morire di fame e di sete e di lei resta solo la sua voce.
Le persone “ecoiste”, che non si sentono speciali, soffrono di depressione e di ansia. “Sacrificano, per realismo, la loro felicità, vedono se stesse, e i propri partner e il mondo stesso in una luce offuscata”. Troppo poco narcisismo, insomma, può far male, perché meno una persona si sente speciale, tanto più tende ad annullarsi fino a sentirsi priva di valore e impotente.
Per misurare il livello di narcisismo Malkin e il suo gruppo di ricerca hanno coniato una scala che va da zero a dieci: vivere allo zero significa esistere in totale mancanza di stima di sé, vivere all’altro estremo significa aver soppresso ogni forma di umanità a causa dell’ossessione di stare sotto i riflettori. L’intervallo benigno sta tra 4 e 6, e viene definito come un narcisismo sano, dove l’essere speciali è solo divertente e non patologico, “una visita allo stagno di Narciso, senza mai tuffarsi per inseguire il proprio riflesso”, lo definisce Malkin.
L’altro strumento che lo psicologo inglese e i suoi colleghi hanno messo a punto è il Narcissism Spectrum Scale (NSS), un test composto da trenta domande, di cui dieci sono relative alla tendenza al deficit da narcisismo, dieci al narcisismo sano, dieci al narcisismo estremo (o patologico).
Ad esempio chi vi scrive, che ha fatto il test, ha scoperto di aver bisogno, secondo lo psicologo inglese, di una iniezione di narcisismo in più. Niente deficit radicale di narcisismo, è vero (punteggio basso: il che significa che non tende a soffrire di bassa autostima, né a sentirsi non degna e meritevole, ma anche pessimista, modesta, ansiosa, depressa o emotivamente fragile), niente narcisismo patologico (punteggio basso: non ha dunque un’autostima fluttuante, non fa fatica a dare e ricevere sostegno emotivo, non è manipolativa né cerca costantemente approvazione, non si vede migliore del partner, non è né bastian contrario, né non cooperativa, né priva di emozioni, né ha conflitti significativi sul lavoro), ma poco narcisismo sano (punteggio basso: con conseguente tendenza troppo debole a essere ottimista e allegra e possedere un’autostima elevata, così come a provare un senso di finalità della vita e ad essere fiduciosa).
Malkin dunque non esclude che il narcisismo possa diventare una patologia, ma solo quanto è estremo o malsano, qualità non sempre facile da identificare.
Il narcisismo patologico infatti affligge sia i narcisisti “rumorosi, vanagloriosi, autoincensati che sbucano dallo schermo della tv o attraversano i social media, sia i narcisisti “sottili”, di profilo più basso e meno riconoscibili, perché più introversi, ma segnati dalla rabbia per il rifiuto del mondo a riconoscere i loro doni speciali. Così come i narcisisti “altruisti”, concentrati soprattutto a farsi notare per le loro opere benevole.
In ogni caso, la possibilità di guarire il narcisista che dorme nel vostro letto (oppure un amico o un familiare), facendolo passare da un narcisismo patologico a uno temperato esiste, come molte delle ricerche citate da Malkin dimostrano. Come? Incoraggiando i narcisisti a sentirsi più premurosi e compassionevoli, aiutandoli a condividere i vostri sentimenti di fragilità. Una “spinta gentile”, la chiama Malkin, verso il narcisismo sano, “dove passione e compassione si fondono, offrendo una vita davvero esaltante, un posto splendido in cui dimorare”.